Nel titolo dicotomico “Piccoli territori, grandi eccellenze” è nascosto il programma di questa edizione de Le Giornate del Turismo Montano, e ben esplicitato, sezionato e argomentato in queste pagine nella sintesi degli interventi dei tanti relatori che hanno calcato, lo scorso anno, il palcoscenico allestito presso il MUSE di Trento. I temi affrontati nella XXIII edizione sono stati, come da tradizione della manifestazione, trasversali, plurali e focalizzati sui diversi aspetti del fenomeno turistico. Il filo rosso è stato quello della valorizzazione delle eccellenze territoriali al servizio del turismo. Il quadro economico internazionale, infatti, obbliga gli operatori del turismo a riflettere in maniera importante sull'attualità della loro proposta. Una delle strade possibili per reinventare tale proposta, è quella di investire nella valorizzazione delle eccellenze territoriali, vera cifra dell'originalità turistica di una località d'accoglienza. In questa prospettiva, le “Giornate” si sono sforzate di capire a quale punto di sviluppo sono, oggi, le località di montagna e quali sono le possibilità di miglioramento a servizio della crescita di questo fondamentale segmento economico.
Il tema del turismo è stato così declinato in una prospettiva «ecologica», in omaggio al 2022, proclamato «Anno Onu dello sviluppo sostenibile della montagna». Negli incontri si è così discusso su come aumentare la consapevolezza dell'importanza di uno sviluppo sostenibile della montagna, così come della conservazione e uso rispettoso degli ecosistemi montani; si è parlato quindi del rapporto tra territorio e grandi eventi, con un occhio puntato alle Olimpiadi invernali del 2026, ma senza dimenticare concerti, festival, manifestazioni che hanno avuto, negli ultimi anni, la montagna come teatro; è stato poi il momento del tema della crisi energetica in relazione al paesaggio e al turismo, il quale deve seriamente interrogarsi su come le energie alternative e la tutela del paesaggio possono svilupparsi assieme; e quindi il tema delle malghe d'alta quota, che rappresentano un importante patrimonio di lasciti materiali e culturali, costituiti da architetture, paesaggi, prodotti, pratiche, che possono essere opportunamente proposte anche sul mercato turistico; e, da ultimo, il nodo dell'accessibilità alle località turistiche che deve imporre progetti tesi ad una nuova mobilità alpina.
Infine, la sessione conclusiva è stata dedicata ad una sintesi dei contenuti emersi durante la manifestazione dal titolo «Le sfide dei territori di montagna: dalla globalizzazione alla specializzazione» a cui è seguito un confronto con le categorie economiche e la presenza di discussant di alto profilo. La pandemia ha accentuato un trend che si era diffuso negli ultimi anni, quello del turismo slow. Si è determinata una nuova consapevolezza del viaggiare responsabile che richiede operatori turistici in grado di raccogliere la sfida di costruire progetti di viaggio volti alla riscoperta delle bellezze dei territori di prossimità e capaci di sostenere la crescita della domanda dei viaggiatori di un turismo più rispettoso e consapevole. I tanti contributi contenuti in questo libro hanno quindi lo scopo di allungare la riflessione oltre la durata della manifestazione e di storicizzare la dimensione dialogica dello sviluppo territoriale promossa dalla Bitm, puntando senza remore a diventare un patrimonio di idee alla portata di chiunque abbia a cuore la crescita del turismo di montagna.