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XXI BITM - L'intervento di Mauro Leveghi

Categoria: Tutela del territorio

Anno: 2020

XXI BITM - L'intervento di Mauro Leveghi

Relatore: Mauro Leveghi - Presidente del Film Festival della Montagna città di Trento

Tag associati: SostenibilitàFuturo del turismoEmergenza sanitariaOver turismInfrastruttureIdentitàCambiamenti climatici


Voglio partire da un ricordo. Quest'estate, un'estate strana e sospesa, nel corso di questa pandemia terribile, abbiamo assistito in certi casi ad un'aggressione della montagna. In alcune situazioni abbiamo assistito a dei sovraffollamenti, come se la montagna fosse una scialuppa di salvataggio, rispetto all'esigenza di scappare dal caldo, dalle zanzare e dalla pandemia. Ecco, la montagna non può essere questo, non è una scialuppa di salvataggio. Può essere però la leva del cambiamento.

A due anni da Vaia abbiamo capito che il cambiamento climatico non è nel futuro, è nel passato. La pandemia è l'altra faccia della stessa medaglia, e cioè del rapporto sbagliato della nostra civiltà nei confronti dell'ambiente. Questo rapporto va corretto, bisogna trovare il senso del limite, dobbiamo trovare il limite del rapporto tra noi e l'ambiente, tra noi e la montagna.

La montagna può essere un laboratorio per un nuovo inizio, perché se la montagna va al futuro lo fa anche la pianura. Dunque, come raggiungere il turismo a bassa intensità? Attraverso dei valori che ormai conosciamo, che diventano anche strategie da seguire. Sappiamo che il rapporto tra i popoli di montagna e la montagna è un rapporto inscindibile, fa parte dell'identità territoriale, che va rafforzata. E bisogna rafforzare anche la responsabilità territoriale, che riguarda soprattutto - se non esclusivamente - l'economia, con una sorta di economia solidale nei territori di montagna. Il cambiamento, in questo senso, dovrebbe partire dalla comunità.

Si parla quindi di identità territoriale, di responsabilità territoriale, e di un terzo elemento, ovvero della sostenibilità, che è ambientale, ma anche economica e sociale. Agendo su questi tre valori, che sono anche strategie, credo che riusciremo ad aumentare il valore e la qualità dell'offerta turistica, senza aggredire la montagna, cogliendo il senso del limite.

Un'ultima considerazione. Siamo tra i territori più strutturati. Noi, la Val d'Aosta, l'Alto Adige, non abbiamo spopolamenti in montagna, abbiamo redditi, PIL, infrastrutture impiantistiche... deve però essere chiara una cosa: il sistema impiantistico deve essere al servizio degli obiettivi turistici della comunità. Se la valle diventa un corridoio di passaggio per raggiungere gli impianti, come spesso abbiamo visto, non raggiungeremo l'obiettivo del turismo a bassa intensità, non ci porremo mai il problema del limite.

L'augurio che vi faccio, e che il Film Festival si fa a ogni edizione, non è tanto quello di dispensare certezze, quanto quello di far nascere il dubbio. Un dubbio che metta in discussione le nostre certezze, perché solamente dal dubbio può nascere un reale cambiamento. 

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