Le sfide del comparto turistico
Nel corso di vent'un edizioni, i temi portati all'ordine del giorno dentro la manifestazione e condivisi con gli osservatori privilegiati del mondo turistico, possono essere letti come la cronaca di un Le sfide del comparto turistico Nel corso di vent'un edizioni, i temi portati all'ordine del giorno dentro la manifestazione e condivisi con gli osservatori privilegiati del mondo turistico, possono essere letti come la cronaca di un settore in forte evoluzione e crescita, costantemente sollecitato ad cogliere la sfida della competizione planetaria. In particolare, dalle discussioni svolte nelle scorse edizioni della Borsa del turismo montano, appare evidente che i territori di montagna che vorranno essere competitivi sul mercato globale del turismo anche nei prossimi anni, dovranno puntare su alcune improrogabili sfide: -
- autenticità dell'offerta: il turista oggi cerca una proposta “vera” che non si configuri come un pacchetto confezionato per il consumo turistico, ma che sappia corrispondere il più possibile alle pratiche culturali (l'agricoltura, l'artigianato, la gastronomia,,,) che vengono realmente messe in atto in una determinata località;
- originalità della proposta: un altro tema importante nella fruizione turistica del territorio è la dimensione dell'originalità. Complice la globalizzazione e forte condivisione d'immagini e di esperienze sui social network, la lotta per l'appetibilità si gioca oggi sul terreno dell'originalità, che rende tutti i territori potenzialmente competitivi sul mercato internazionale;
- sostenibilità del processo: a fare da minimo comune denominatore tra i due temi sopra descritti, vi è la dimensione prettamente “ecologica”: oggi il turista cerca una riappacificazione con l'ambiente, soprattutto durante la vacanza. Ecco che le località turistiche devono saper cogliere questa esigenza, sempre più diffusa tra i gruppi turistici, proponendo vacanze capaci di esaltare la loro dimensione “sostenibile”. In questo contesto e alla luce di questi temi, i territori di montagna possono giocare un ruolo da protagonista nelle prossime fasi di sviluppo turistico, mettendo a frutto un patrimonio di esperienze e di buone pratiche sperimentate negli ultimi anni: dalla qualità dell'ambiente naturale all'ospitalità diffusa, dalla bassa densità degli spazi all'abbondanza di occasioni per il tempo libero, dalla qualità dell'aria a quella delle produzione eno-gastronomica.
Pandemia, crisi del modello turistico, nuove sfide del comparto ricettivo
Molti segni economici, culturale e antropologici, suggeriscono che siamo di fronte alla costruzione di un nuovo assetto del sistema valoriale del «turista» medio. Si tratta di un'evoluzione in corso da tempo, ma che ha subito una forte accelerazione negli ultimi due anni. Tale mutamento è riassumibili in un passaggio a «tre balzi» che parte dal turista così com'è nato negli anni Sessanta e Settanta e arriva a quello “postpandemico”, dei giorni nostri, attraverso un'evoluzione del sistema comportamentale delle modalità con lo stesso si sposta verso e dentro le località turistiche.
Quando il turismo è diventato un fenomeno di massa, a partire dalla fine degli anni Sessanta, l'identikit del turista medio poteva rispecchiare i seguenti valori: era un turista «disinformato », che spesso si muoveva sulla base delle indicazioni del mercato; «standardizzato» che reiterava comportamenti spesso simili o uguali al collettivo di riferimento; «consumatore », che viveva il viaggio nella dimensione consumistica, nel solco del modello della società capitalistico-borghese del Dopoguerra; e, infine, «non connesso», non essendoci a disposizione reti di comunicazione virtuale.
In tempi più recenti, il viaggiatore ha assunto caratteristiche diverse. Si tratta di un turista «curioso», che spesso non si accontenta della dimensione superficiale della proposta turistica ma che cerca un proprio percorso; «ecologico», che ha ben presente gli effetti del turismo sull'ambiente e cerca di mitigarne l'impatto; «informato», nel senso che sovente si presenta sulle località turistiche preparato sulla storia e sulla cultura locale; «social»: perché è connesso alla Rete di Internet e condivide, in tempo reale, le sue esperienze.
Alla luce della crisi sanitaria, è possibile intuire un nuovo cambiamento nel fare turismo. Il turista dopo il corona virus è «attento» nel senso che si muove con una sensibilità diversa (anche dal punti di vista antropologico) rispetto al passato; è un turista «solitario» che si sposta da solo o in piccolissimi gruppi, abbandonando la pratica dei viaggi in comitiva; è più «specialistico» e meno generalista rispetto al passato, andando alla ricerca di particolarità e di eccellenze locali; in generale, è più «sensibile», verso molte dimensioni: da quella sanitaria a quella ambientale; da quella culturale a quella antropologica.
Il modello turistico che ha caratterizzato gli ultimi anni, quindi, è entrato fortemente in crisi. Ma non si tratta di un cambiamento causato solo dalla crisi sanitaria. La recente pandemia, a ben guardare, ha avuto il ruolo di accelerare processi già in essere da tempo, i cui segni evolutivi era già percepibili da tempo. I territori di montagna interessati a sviluppare l'accoglienza turistica devono saper accogliere con lungimiranza e attenzione queste novità, attivando politiche di sviluppo che sappiano cavalcare l'onda del cambiamento. Siamo all'inizio di una pagina dell'evoluzione del turismo e le destinazioni devono saper cogliere, e giocare a loro favore, l'opportunità di questa nuova fase socio-economica.
Raccontare le destinazioni
Alla luce di queste riflessioni è possibile intuire come dovranno cambiare le modalità di offrire il turismo, a partire dal modello con cui esse vengono comunicate sul mercato. In un mondo che si sta sempre più informatizzando, in una società sempre più costruita sulla condivisione delle esperienze e delle immagini, il comparto turistico non può permettersi il lusso di rimanere indietro. È necessario valorizzare la dimensione esperienziale mediata dalla tecnologia, destinata a diventare uno strumento sempre più importante per “raccontare” le località turistiche e per renderle più appetibili al nuovo turista.
La comunicazione delle località turistiche, infatti, in questi ultimi anni è cambiata notevolmente: terminata l'era dei grandi manifesti esposti negli uffici pubblici, conclusa la fase del bombardamento mediatico attraverso la televisione, oggi la comunicazione turistica si è spostata sulle piattaforme social ed è diventata “circolare”. Il protagonista di questa comunicazione è il turista stesso che, attraverso la condivisione all'interno della propria cerchia di “amici”, rende l'esperienza un patrimonio collettivo. In queste modalità comunicative, un ruolo cruciale è giocato dalle immagini. Alcune piattaforme social, come ad esempio «Instagram», lavorano proprio su questo canale comunicativo, valorizzando al massimo la fotografia come atto di diffusione esperienziale ed emozionale. La montagna, con i suoi luoghi iconici, i suoi paesaggi e i suoi simboli naturali, si presta perfettamente per questa modalità comunicativa, a patto che sappia valorizzare spazi e luoghi, anche proteggendoli da un'eccessiva banalizzazione o sovraesposizione mediatica. All'interno del mutamento dei valori turistici, uno spazio particolare sarà rivestito dal movimento, dalla libertà, dallo sport – inteso sia nella sua dimensione amatoriale sia in quella legata alla fruizione ludica del territorio. Si tratta, con molta probabilità, di una dimensione importante messa in moto anche dalla recente esperienza del «lock-down» imposto a vari livelli, nell'ultimo biennio, a causa della crisi sanitaria. Questa esperienza di reclusione, di sottrazione dello spazio, di immobilità forzata, a fatto emergere il bisogno di una fruizione libera degli spazi aperti, soprattutto in chiave ludico-sportiva.
Ecco che, in questa prospettiva, le località di montagna devono saper riorganizzare la propria proposta, lavorando su alcune dimensioni del loro territorio, specificatamente dedicate allo sport, rimaste fino ad oggi non adeguatamente valorizzate. Ma anche offrendosi come scenario e contesto per manifestazioni sportive, ritrovi all'aperto ed eventi a basso impatto ambientale.
Turismo «mordi e fuggi»? No, «assapora e resta»
L'edizione 2021 della Bitm, dentro la quale viene presentato questo volume che raccoglie gli atti della edizione precedente, mira a indagare con particolare attenzione le mutazioni del modello turistico alla luce del nuovo assetto socio-culturale che sta investendo la società contemporanea, le cui caratteristiche si stanno definendo proprio in questi mesi. Perché, se è vero che la crisi sanitaria che ha attraversato il pianeta negli ultimi due anni ha cambiato molte delle modalità con cui l'uomo abita il mondo, è anche vero che questo cambiamento sta interessando e interesserà ancora di più in futuro il modo in cui ci si sposta nel mondo per vacanza. La fine del turismo di massa, consumistico, scarsamente rispettoso dell'ambiente e poco sostenibile, lascerà probabilmente lo spazio a nuove modalità di fare villeggiatura: non più vacanze «mordi e fuggi» ma periodo di soggiorno caratterizzati da un approccio riassumibile nello slogan, emerso a conclusione della scorsa edizione della Borsa del turismo montano ed oggi al centro di una riflessione più profonda, «assapora e resta». Una delle caratteristiche della manifestazione, come si è accennato all'inizio, è la conpartecipazione di tutti i soggetti che si occupano di turismo e che sono invitati, in seno alla Bitm, a discutere operativamente dei possibili scenari di sviluppo del turismo. Alla luce dei temi emersi negli incontri dell'edizione di quest'anno, potrà essere utile definire un'«agenda» per lo sviluppo dei territori di montagna, capaci di valorizzare le nuove opportunità paradossalmente attivate dalla crisi sanitaria e dal cambio di paradigma culturale che investe oggi la nostra società. Proprio alla definizione di un'agenda (azione che, tra l'altro, dà il titolo a questa edizione della manifestazione) darà proprio dedicata la sessione finale della Bitm: un momento di sintesi e di condivisione dentro il quale enti pubblici, soggetti economici, associazioni di categoria e operatori turistici potranno concorrere nel definire idee e azioni utili per affrontare le sfide del “nuovo turismo”.