Sappiamo benissimo che il turismo ha sempre avuto e continuerà ad avere un potenziale, sia dal punto di vista economico che da quello culturale. La pandemia in atto ci obbliga a ripensarci come identità, come vocazione e come strategia, per uno sviluppo sostenibile del nostro territorio, uno sviluppo che va sicuramente intrecciato alle vocazioni e alle particolarità delle nostre città.
La nostra è una città a forte vocazione culturale, che però guarda anche al suo “giardino montano”, come mi piace chiamarlo, che è il Bondone. Una città che deve fare sinergia e regia in un territorio che ha grandi potenzialità: da questo punto di vista penso sempre di più al ruolo di hub turistico che dovrebbe avere il nostro capoluogo per tutto il Trentino.
Affermiamo con convinzione che Trento è una città turistica, e per questo partiremo nelle prossime settimane con il nuovo piano di politica turistica della città. Un piano che sarà partecipato, con tutti gli attori che si occupano di turismo, in senso largo. Parlando di partecipazione allargata, mi piace per esempio il fatto che durante queste giornate siano collegati gli istituti che si occupano di turismo nel nostro territorio provinciale. I cambiamenti che dovremo affrontare richiedono coraggio, visione e capacità di sperimentare, e la parte formativa, che è il nostro futuro, avrà un ruolo di rilievo anche nell'immaginarci come territorio a vocazione turistica.
Parlando della montanità, un altro evento chiave che con coraggio ha avuto luogo tra agosto e settembre è stato il Film Festival della Montagna. Ero presente all'incontro durante il quale Vincenzo Torti, Presidente del Cai, parlava di montanità come di un concetto in cerca di definizione, ma anche come di una dimensione che appartiene sicuramente ai nostri luoghi e al nostro territorio.
Con la sua scelta di un Natale diverso da quello degli altri anni, la città di Trento non ha voluto avere un piano B o un piano C, ha voluto invece scegliere dall'inizio di creare un'opportunità differente. Sarà l'occasione per un Natale di comunità, ma anche per rappresentare una città che con la sua arte, la sua cultura e il suo patrimonio può essere un motivo di speranza per i suoi cittadini, ma anche per chi potrà venire a visitarla, se ci sarà l'opportunità di farlo. Una città che saprà offrire un'esperienza di un Natale che forse va riletto nei suoi significati, e che punta molto di più a identità e vocazioni che sono proprie della nostra città, e che vanno approfondite con il coinvolgimento dei vari attori presenti in questa nuova dimensione natalizia.
Ringrazio dunque le categorie economiche, i soggetti culturali e i cittadini che in queste settimane ci hanno detto “vogliamo esserci”, con il Comune, per riscrivere un'altra storia.