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XXI BITM - L'intervento di Linda Osti

Categoria: Sfide del turismo montano

Anno: 2020

XXI BITM - L'intervento di Linda Osti

Relatore: Linda Osti - Docente presso la Libera Università degli studi di Bolzano

Tag associati: SostenibilitàSviluppo economicoResidentiLavoroEmergenza sanitariaOver turismDigitalizzazione


L'albergo del futuro

Sull'onda di quanto è stato detto negli interventi precedenti, voglio sottolineare che, secondo le nostre ricerche, la domanda c'è, rimane. In giugno, insieme a una collega della Val d'Aosta, ho realizzato alcune indagini, pubblicate poi su alcuni quotidiani locali. A partire dall'intervista di 1.500 potenziali turisti avevamo affermato per esempio che la montagna sarebbe stata una meta con più visitatori rispetto al mare: siamo state poi felici di scoprire che le nostre previsioni erano esatte. A spingere il turista verso la montagna è in particolare la sensazione di natura e di apertura, non stupisce quindi che quest'estate abbiano sofferto in particolar modo gli alberghi. L'avevamo previsto: gli alberghi saranno gli ultimi che re-inizieranno a ripartire dopo la pandemia, mentre gli appartamenti e le seconde case verranno rivalorizzati.

Ma cosa possono fare questi alberghi, che non hanno le medesime attrattività delle malghe, così lontane dalla vita caotica della città? Ci abbiamo pensato, e ci siamo soffermate sulle tecnologie. Esiste già per esempio l'IoT, l'Internet of Things, che permetterebbe di rendere un albergo fruibile senza il contatto con altre persone. In Cina esiste già un albergo senza staff, avviato da Alibaba, dove quasi tutto è preparato da robot.

Abbiamo quindi cercato di capire se questa può essere la soluzione giusta: il fatto di non avere un concierge può aiutare a far sentire il turista più sicuro? La risposta è che, per il tipo di turista che la montagna attrae, queste iniziative non funzionano. Quello che i nostri turisti desiderano è invece per esempio il distanziamento tra i tavoli, o magari un'area picnic.

In tutto questo dobbiamo ricordarci che gli hotel montani offrono qualcosa che gli alberghi di città non riescono a offrire. Parliamo di quel calore umano, di quella gestione familiare, dove magari si può anche mettere un check-in automatico, ma dove comunque il proprietario deve essere presente, a salutare, sorridere e raccontare.

Abbiamo inoltre chiesto se i turisti desiderassero avere una app per sapere qual è l'affollamento di certe destinazioni turistiche. I rispondenti in questo caso si sono mostrati abbastanza favorevoli. E qui, vedendo poi quello che è stato il risultato della app Immuni, abbiamo capito che le app possono funzionare quando assicurano valore. Per ora il cittadino non vede il valore di Immuni, ma vede quello di una app che gli dice di non scegliere a una determinata ora un particolare luogo affollato, come potrebbe essere per esempio il lago di Braies.. Una app che spiega come fruire di un territorio in modo sostenibile e soprattutto soddisfacente, insomma, sembrerebbe poter incontrare il favore del pubblico.

Un altro aspetto interessante per l'Hotel del futuro su cui abbiamo lavorato è il segmento LOHAS, Lifestyles of Health and Sustainability, che all'estero è già molto importante. In questo segmento la sostenibilità non viene vista come un vantaggio per il mondo, ma anche e prima di tutto per sé stessi. E questo può essere interessante anche nel mondo dell'hotel, per portare avanti l'associazione tra sostenibilità e benessere, offrendo prodotti e servizi legati che sappiano andare oltre il riciclaggio, l'energia pulita e quant'altro, come per esempio lo yoga, le passeggiate nel bosco, il forest bathing e via dicendo.

L'albergo del futuro deve essere tutto questo. La tecnologia può aiutare, ma non potrà essere centrale come invece lo sarà per gli alberghi di città: il nostro consumatore non è ancora pronto, e non cerca questo. 

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