Vorrei condividere un interessante progetto che tratta tra le altre cose anche il tema dei cambiamenti climatici. Il progetto in questione si chiama Dolomiti Paganella Future Lab, ed è partito prima dell'emergenza Covid, nel 2019. I macrotemi su cui abbiamo deciso di indagare sono 4, ovvero “Dna di destinazione” (cosa ci rende unici come territorio?), “Nuove Generazioni” (come possono le nuove destinazioni disegnare la destinazione che verrà?), “Climate Change” (come potrà la nostra destinazione prosperare in un futuro influenzato dai cambiamenti climatici?) e infine “Turismo in equilibrio” (cosa vuol dire, davvero, sviluppare il turismo in modo più sostenibile ed equilibrato?). Con questo progetto, insieme alla nostra comunità, vogliamo immaginare quale dovrà essere il futuro della nostra area turistica.
Entrando nel dettaglio del progetto, abbiamo effettuato diversi workshop per rispondere alle domande fondamentali riguardanti il futuro. La comunità si è per esempio interrogata sul futuro dello sci e dell'industria invernale: sappiamo che quest'ultima è ancora solida, ma dobbiamo iniziare a pensare a come sarà nei prossimi anni, per trovare parallelamente dei prodotti turistici che si affianchino allo sci, arricchendo la nostra proposta.
Già con in primi incontri siamo giunti a una serie di riflessioni interessanti. Il primo tema che abbiamo capito essere fondamentale è quello del “turismo senza stagioni”, per superare la tipica contrapposizione estate-inverno. Le stagioni turistiche sono ormai 4, possiamo lavorare anche su primavera e autunno, uscendo dagli stilemi classici con cui in passato si sono sviluppati graniticamente i modelli di turismo.
Abbiamo fatto tra le altre cose un'indagine per capire anche il punto di vista dei turisti. Intervistando un campione di circa 1.000 turisti invernali per esempio abbiamo capito che gli stessi visitatori sono consapevoli che gli impatti climatici dei prossimi 5 e 10 anni saranno molto importanti. Da una parte dunque la comunità inizia a immaginare degli scenari futuri, e dall'altra il mercato comincia a essere più consapevole.
Per rispondere brevemente agli studenti che ci domandano come conciliare le esigenze dei turisti in fatto di mobilità con la sostenibilità ambientale e il rispetto del territorio, è bene sottolineare quanto stiamo facendo per incentivare l'utilizzo dei trasporti pubblici. Ci sono dei forti investimenti in tal senso, per il turismo invernale e soprattutto per quello estivo. Anche dal punto di vista pedonale, spinti un po' anche dal Covid, quest'estate abbiamo cercato di spiegare al turista che le varie destinazioni sono quasi tutte a una “walking distance” ridotta.
Per rispondere agli studenti che ci chiedono come conciliare la sostenibilità nel mondo turistico e la tendenza di aggredire mercati sempre più distanti (con conseguenti incrementi in termini di inquinamento legato ai trasporti) non posso che sottolineare che in questo 2020 il mercato domestico ha salvato il settore. Crediamo che ci siano dei mercati di prossimità che possono garantire alle destinazioni alpine una solidità, anche in inverno, magari riducendo quella che è l'impronta ambientale legata agli spostamenti. In generale nel Trentino, comunque, non abbiamo molti turisti di lungo raggio.