Il futuro del turismo, in realtà, è un sano ritorno al passato. Cos'è in fondo una vacanza? È l'acquisto di un'esperienza, è la scelta di vivere per alcuni giorni come gli abitanti del luogo. Ovviamente c'è una differenza tra la vacanza invernale ed estiva, è evidente che l'inverno ha un target diverso dall'estate. Possiamo però dire che la vacanza è un prodotto, la somma dell'alloggio, dell'ambiente e dei servizi.
A produrre il reddito è per l'appunto la combinazione della qualità dell'alloggio, dell'ambiente e dei servizi. I servizi sono fatti dall'uomo, l'ambiente ce l'ha dato Dio, e se siamo stati bravi non l'abbiamo rovinato, e speriamo che sia così. E certo, tutti vorremmo una vacanza in montagna con poca gente. Ma dobbiamo contemporaneamente soddisfare anche gli alloggi, con tutti i loro posti letto. Qual è la soluzione? Bisogna alzare la qualità del prodotto, che diventa così più pregiato, più caro, e meno di massa. Difatti la tendenza degli albergatori più evoluti è quella di rinnovare le camere, realizzandone in numero inferiore, con più spazio.
Altro aspetto importante è poi quello dei punti informazione. Non sono favorevole ai punti informazione con il totem: più la vacanza è artificiale, più la si può simulare in città; sono convinto invece che il turista, se si reca nel punto informazione vuole sentire il suo bell'accento trentino, e avere la sensazione di avere delle informazioni quasi in esclusiva. Altra cosa indispensabile, che si deve continuare a spingere, è il consumo dei prodotti locali. Tutte le APT stanno lavorando in questa direzione, per spingere gli albergatori ad acquistare i prodotti locali: non è però facile operare in tal senso quando le offerte che arrivano dall'estero presentano prezzi molto più bassi, praticamente imbattibili nell'ottica di un discorso di massa.
Parlando delle scelte che si devono fare nel campo turistico, porto spesso l'esempio della Val di Rabbi. Negli anni Settanta in Val di Sole si fece un referendum per lo sviluppo delle stazioni in quota. Tutti quelli che erano in coda si videro negare questo tipo di sviluppo. Per la Val di Rabbi, che sognava uno sviluppo invernale, quella negazione fu vissuta come una disgrazia, mentre oggi può essere riconosciuta come una fortuna. Parliamo di una valle che è rimasta naturale, e che per questo oggi sta avendo un grandissimo successo.
Mi ricordo che anni fa si parlava di alcuni handicap del nostro territorio, tra i quali la mancanza delle discoteche. Per fortuna non abbiamo lavorato in tal senso, perché chi va in vacanza attualmente lo fa per vivere qualcosa di diverso, qualcosa che non ha in città. Guardando al Coronavirus, possiamo dire che questa emergenza ha avuto il lato positivo, se così si può dire, di far conoscere il nostro territorio anche a delle famiglie che non avevano mai preso in considerazione una vacanza in Trentino, e che hanno poi apprezzato molto la nostra offerta.
Per la montagna vedo un grandissimo futuro: tocca a noi giocarcelo. Sono convinto che tutti insieme ce la faremo, anche perché il Trentino è un po' più avanti di quello che pensano i trentini stessi. La vacanza è basata sulla voglia di lavorare, e qui ce n'è molta.