Parliamo del turismo che verrà. È una bella domanda, mai come in questo momento occorrerebbe avere una sfera di cristallo per capire quali saranno le evoluzioni future. Non nascondo che c'è una preoccupazione molto grande legata ovviamente al fatto che non ci si può muovere. Mancano presenze importanti di turisti stranieri, il che per la nostra economia è un macigno micidiale; non ci si può spostare nemmeno tra regioni, e quindi vedremo cosa potrà essere il turismo invernale e come potrà essere gestito. Aggiungo anche che non tutte le cose che sono state fatte hanno garantito alle imprese il supporto e il sostegno necessari. Mi riferisco alla querelle che è in atto tutt'oggi per quanto riguarda i codici Ateco, alle chiusure che ci sono state piuttosto che altre, al fatto che non sempre sono state prese in considerazione delle filiere di natura economica assolutamente importante.
Oggi chiediamo al Governo ma anche alle Regioni che, tutte le volte che si adottano dei provvedimenti che comportano dei restringimenti, lo si faccia consultando preventivamente chi vive in mezzo alle categorie, chi gestisce le categorie, per evitare tutti quegli errori che purtroppo in questi tempi sono stati fatti. Quando si fanno delle scelte che comunque limitano l'economia e mettono il rischio il lavoro, lo si deve fare con dei provvedimenti che siano preventivamente conosciuti, equi, e che possano garantire continuità anche per il futuro.
L'anno 2020 è stato e sarà un anno decisamente negativo. Per il 2021 occorre che ci siano dei supporti per garantire alle imprese la possibilità di ripresa. Parliamo quindi di disponibilità di credito, di processi di digitalizzazione, di incentivi per quanto riguarda la possibilità di muoversi e via dicendo.
La ripresa dell'economia turistica vale tantissimo per il nostro Paese. È vero che le aree montane hanno avuto, per quanto possibile e per chi se lo è potuto permettere, un successo anche durante la pandemia. Ma non può essere certo un elemento di soddisfazione. Sul turismo bisogno investire, bisogna investire sulle imprese. Bisogna garantire non solo la cassa integrazione al dipendente, occorre dare alle imprese la garanzia di poter continuare a radicarsi, a essere attive e a qualificare i nostri territori. Lo sforzo che deve fare il Governo va fatto in questo senso: garantiamo la permanenza delle imprese perché sono quelle che danno ricchezza e cultura, che producono la qualità del nostro Paese e dei nostri territori.
D'altra parte le imprese, più che chiedere contributi, chiedono di poter lavorare: mettiamo in condizione tutti di poter lavorare in sicurezza, garantendo comunque tutto quello che, prima del lockdown, abbiamo potuto assicurare con la qualità dei nostri servizi, con l'intelligenza dei nostri imprenditori e con la qualità dei territori.