Mete turistiche e nuove proposte
Guardare alle prospettive del settore è fondamentale per un'associazione come il Touring Club, nata nel 1894, quando avvenivano le prime ascensioni dolomitiche, quando a Madonna di Campiglio si trovavano in villeggiatura Sissi e Francesco Giuseppe, quando Lavarone ospitava tra gli altri anche Freud. In questi 126 anni di storia siamo stati testimoni di mutamenti e di cambi di paradigma a 360 gradi. Oggi il Touring guarda al futuro consapevole di non poter prescindere da due aspetti fondamentali, il territorio e la sostenibilità, con i quali devono confrontarsi anche le mete turistiche nel formulare nuove proposte.
Il turismo sostenibile oggi si riferisce principalmente alla sostenibilità dell'offerta, che a sua volta nel territorio montano si scinde in ulteriori due aspetti, la mobilità e il rapporto con le produzioni del territorio. Entrambi gli elementi hanno uno strettissimo legame con il paesaggio. Il trasporto ha un ruolo perché rischia di aggiungere degli elementi che possono deturpare il paesaggio, come le infrastrutture e l'inquinamento. Per questo è necessario pensare in ottica mobilità dolce, che può diventare essa stessa attrazione e volano di un turismo sostenibile e lento.
Per quanto riguarda il rapporto con le produzioni sul territorio, voglio concentrarmi sulla ristorazione, elemento fondamentale dell'accoglienza. Si tende a pensare che basti offrire una cucina tipica per un'accoglienza responsabile e sostenibile; spesso però gli ingredienti usati per preparare il piatto tipico vengono da luoghi lontani – più lontani ancora rispetto a quelli dai quali arriva il turista stesso. È evidente però che il turismo non può essere delocalizzato, in nessuna delle sue componenti. Questo tipo di approvvigionamento della materia prima comporta danni su più piani: a livello economico sul territorio, ma anche subdolamente a livello del paesaggio. Come è noto infatti il paesaggio alpino è definito dalle attività agricole e pastorali, che hanno strappato i pendii al bosco, che hanno costruito i muretti a secco e hanno definito il nostro ambiente. Se manca un patto di territorio per creare un collegamento tra filiera alimentare e turismo questo paesaggio è a rischio, con un impoverimento generale del tessuto economico sociale. Si capisce quindi che è necessaria un'inversione di tendenza sostenuta dalle istituzioni e dalle associazioni, avendo ben chiaro l'obiettivo comune. Si rischia, agendo diversamente, che il mondo agricolo venga relegato al mero folklore, utilizzato solo per una rappresentazione spesso quasi caricaturale del passato, senza considerare questo mondo come protagonista dello sviluppo turistico.
In luglio il Touring Club ha avviato un nuovo progetto, denominato “Cammini e percorsi”, che è per l'appunto un esempio di turismo slow che mette a sistema le realtà locali per realizzare un'esperienza autentica del territorio, e che ha l'obiettivo di valorizzare un turismo lento, a piedi. Questo programma intende avviare un percorso di miglioramento del territorio attraverso dei cammini, mettendo in rete soggetti pubblici e privati per dare impulso all'imprenditoria locale. Alla base c'è un modello di analisi dei cammini, per valutare le qualità complessive dell'esperienza turistica dalla segnaletica alla governance del territorio: questo progetto dimostra come la sostenibilità dei territori può stimolare progettualità che valorizzano i viaggi a breve raggio, improntati al turismo esperienziale di scoperta dei territori vicini ma poco conosciuti, come si è visto in tempi recenti.