Negli interventi prededenti si è parlato delle lunghe file di turisti che accedevano alla media montagna nell'estate scorsa. Da un certo punto di vista dobbiamo sperare che tornino le code, perché per ora sembra che lo Stato di polizia impedisca alla gente anche di uscire di casa per prendere una pizza. Siamo in uno Stato di polizia che richiama tantissimo il periodo del nazismo: non riuscire a distinguere tra prudenza sanitaria, quello che è il buonsenso, e questa violenza inaudita nel privato, mi dà il significato di tempi che sarebbe meglio dimenticare.
Fortunatamente, una volta estinta la figura di Dio, dopo che hanno impedito di fare anche le messe, adesso c'è Dio-Vaccino, e si può quindi sperare che stando in apnea per qualche altro mese ne usciremo. A quel punto le code di cui si parlava potranno tornare a dare il senso della vita.
Nulla è peggio di questo stato di totale azione liberticida del governo. Forse si riuscirà ad aprire gli impianti sciistici, ma il fatto di non poter andare nei cinema, nei musei, nei teatri e nei ristoranti dà il senso di un'epoca di totale scelleratezza, perché non c'era né nei teatri né nei musei nessuna traccia di diffusione del Coronavirus. Impedire alle persone di andare a vedere la mostra di Caravaggio al Mart è un'espressione di puro sadismo. Non vedo nessun alibi per il governo. Quello che stanno facendo con i musei e i teatri corrisponde al bruciare i libri o all'arte degenerata di Hitler. È insopportabile, intollerabile.
Mi piace il fatto che un uomo di destra, Pier Giorgio Plotegher, abbia fatto una manifestazione davanti al Mart l'altro giorno, dicendo sì alla riapertura del museo, cosa che l'amico Fugatti poteva fare. Voi non sapete però che è stato ricattato. Come ha tenuto aperti i ristoranti, poteva tenere aperti anche i musei, ma temeva di non avere i rimborsi dello Stato, che non dà risarcimenti a chi è disubbidiente.
Siamo a un livello talmente infimo che è difficile commentare con parole più serene. Di solito si dice che la bellezza e la natura ci salveranno. Ormai si può dire “salverebbero”, è ormai un condizionale, siamo a tali livelli di dilettantismo che è difficile giudicare. Poi io sono uno focoso, quindi mi trattengo molto, però non credo che dobbiamo trovare soluzioni, dobbiamo provare a uscirne attraverso Pfizer, di uscire al più presto possibile e di togliere al governo ogni alibi. Certi episodi che abbiamo visto – come quello della signora scesa in pigiama per prendere una pizza, e che poi si è ritrovata le Forze dell'ordine in casa – vanno oltre l'immaginazione.
In ogni modo spero che la possibilità di andare a sciare non sia interdetta, ma che si possa poi andare a sciare e non andare invece a una mostra sembra folle. Oggi su La Verità, in un'intervista, il sociologo Luca Ricolfi, che è il mio alter ego gentile, dice le stesse cose che dico io, il fatto che hanno sbagliato le misure sanitarie, e che ora ci fanno pagare i loro errori.
Non posso che ringraziare Plotegher e le persone che erano di fronte al museo, perché hanno amplificato una battaglia nobile. Oltretutto qualche giorno fa ho fatto un'ordinanza a Sutri – poi revocata dal prefetto – facendo riferimento a una legge del 12 novembre del 2015, voluta da Franceschini, che definisce i musei servizi essenziali, come trasporti e ospedali. Credo che il Tar darà ragione a me. Questi devono andare in galera: prima parlano di servizi essenziali, e poi li chiudono.