I temi proposti sono sempre attuali e ci danno modo di ragionare. Non c'è volta che, rientrando da BITM, non torno in azienda o in associazione per provare a mettere in atto quello che la BITM lascia. Perché questi incontri hanno una grande capacità di guardare avanti e di anticipare i tempi.
Non si può parlare di turismo vecchio e di turismo nuovo, ma di turismo che sta cambiando. La pandemia ci ha dato modo di riflettere su quello che è stato il turismo fino adesso e come dobbiamo migliorarci per intercettare “sempre più turisti” che scelgono il nostro territorio. Sempre più turisti che apprezzano il nostro territorio in tutte le stagioni. È stata citata la parola “limite”: abbiamo visto cosa è successo quest'estate. In quella situazione abbiamo subito un mercato che non era il nostro, domestico, che sceglie solo determinati periodi per la vacanza. Non abbiamo potuto internazionalizzare perché le condizioni di mobilità internazionale non ce ne davano la possibilità. In quei 15 giorni di agosto non abbiamo mantenuto le promesse nei confronti dei nostri ospiti. Abbiamo promesso “vieni in Trentino e respira, non avrai code, potrai vivere delle esperienze incredibili”, e molti di quegli ospiti arrivati in quel periodo hanno avuto probabilmente un'esperienza completamente diversa.
Oltre che di sostenibilità, vorrei parlare di durevolezza. Le scelte che dobbiamo fare in questo momento, per avere un turista che sia un cittadino temporaneo – per cogliere tutte le peculiarità che un territorio riesce a offrire – sono quelle di concentrarci per togliere quei picchi e per allargarli nei periodi con maggiore flessione. Nei giorni scorsi è stata citata la parola equilibrio, con curve lineari delle presenze. Ecco quindi che anche il mondo ricettivo cambia notevolmente il modo di pensare.
Rispetto alla riqualificazione, gli ospiti che arrivano da noi hanno bisogno di spazi ampi: c'è rimasto questo tarlo nella testa, che la qualità di una vacanza deve vedere degli spazi ampi. Dobbiamo rimodulare le nostre strutture, per fare in modo che la gente possa percepire la tranquillità di stare larghi. E soprattutto in questo momento non possiamo permetterci di avere dei riempimenti.
E qui entra in gioco tutto il territorio. Il ruolo che ci viene riconosciuto di socialità e di presidio di un territorio è quello che dobbiamo restituire al nostro ospite se lo coinvolgiamo in altri periodi. Potremmo fare degli “hotel destinazione”. L'Alto Adige di queste strutture ne ha una quindicina, hotel che potrebbero essere messi in qualsiasi territorio e che funzionerebbero allo stesso modo. Ma quello non è il nostro modello di business, in Trentino dobbiamo riuscire a coinvolgere tutto il territorio. Il business si fa sempre in due. Il nostro ospite deve essere soddisfatto, e lo stesso vale anche per noi.