Più che parlare di sport vorrei legarmi a quella che è la linea guida di queste giornate, e quindi l'idea di avvicinarsi a un turismo lento, sostenibile e autentico. Rimarcando in modo deciso due concetti, quello della sostenibilità e quello della qualità della nostra offerta turistica, più volte discussi. A mio modo di vedere questi concetti portano ad affrontare con urgenza e coraggio il problema dirimente della mobilità e dei collegamenti per gli ospiti della nostra regione. Viviamo in un periodo nel quale, grazie alla globalizzazione e alla facilità delle comunicazione, nell'offerta del Trentino emergono 2 macrodestinazioni, ovvero il lago di Garda e le Dolomiti. Guarda caso entrambe sono gravate durante la stagione turistica da grossi problemi di traffico, che fanno un po' a pugni con quel bellissimo claim “Vieni in Trentino, Respira”. Nella realtà dei fatti purtroppo queste criticità emergono in maniera prepotente.
L’esempio è sulle Dolomiti, con il famoso giro dei passi. L'inverno si fa con gli sci ai piedi, in 3-4 ore. Si muovono contemporaneamente tra le 10 e le 12mila di persone al giorno, grazie a una rete efficientissima di impianti veloci e moderni, che assicurano il collegamento tra un passo e l'altro. A questo punto mi chiedo: perché non abbiamo il coraggio di creare, oltre alla Sellaronda bianca, con gli sci, anche una Sellaronda verde, per l'estate? Si devono chiudere al traffico le strade dei valichi dolomitici, che in certe giornate sono congestionate da oltre 16mila veicoli. Perché non si può riuscire a progettare questa Sellaronda verde sfruttando la rete di impianti di risalita già esistente, che potrebbe guadagnare una nuova redditività in estate? Perché non mettere a sistema questa rete di impianti di risalita con delle navette del servizio pubblico, e procedere con quella che è l'unica soluzione possibile, ovvero la chiusura al traffico privato dei passi dolomitici? Questo oltretutto sarebbe un modo per onorare il prestigioso riconoscimento dato dall'Unesco nel 2009.
Questo provvedimento va a inserirsi in un discorso un po' più ampio sulla mobilità della nostra regione, sempre dal punto di vista delle esigenze turistiche. Siamo in un'epoca di profondissimi cambiamenti, si sta affermando una logica di gestione del traffico e della mobilità improntata al principio del Green Deal.
La nostra regione, a partire dal 2032, sarà attraversata come sappiamo dal BBT, con i treni ad alta velocità. Si tratta di un bacino di utenza potenziale dell'ordine di 100 milioni di passeggeri l'anno; molti di questi chiaramente saranno turisti. I treni ad alta velocità avranno in Regione solo due fermate, a Trento e Bolzano, città che diventeranno altrettanti gate per l'accesso alle Dolomiti e al lago di Garda. Occorre a mio modo di vedere adeguarsi a questi scenari che sono prossimi, guardare con una progettualità di alto livello alla prospettiva di sfruttamento intelligente e sostenibile di questa grossissima opportunità.
Dobbiamo renderci conto che moltissime ricerche ci dimostrano che i giovani, oltre a non avere l'automobile, non fanno nemmeno la patente, perché utilizzano i mezzi pubblici, che saranno utilizzati sempre di più.