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XXII BITM - L'intervento di Francesco Antoniolli

Categoria: Turismo in Italia

Anno: 2021

XXII BITM - L'intervento di Francesco Antoniolli

Relatore: Francesco Antoniolli - Vicepresidente della Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell'Olio e dei Sapori

Tag associati: SostenibilitàDestagionalizzazioneResidentiEnogastronomiaLavoroOver turismDigitalizzazioneIdentità


I fruitori del turismo enogastronomico per il 65% passano attraverso l'uso di app e di Internet. Sicuramente la tecnologia in questo settore è fondamentale. É fondamentale la velocità, è fondamentale la sicurezza; qui si parla soprattutto di velocità, ma in maniera ancora maggiore è importante la comodità nel fruire questa tecnologia, perché il turismo enogastronomico ha bisogno di lentezza, è una forma di turismo assolutamente detox. Per staccare la spina, per fruire di un territorio in modo tranquillo. Deve essere un turismo di uomini, di esperienze, di emozioni. Perché se fino a qualche anno fa quando si andava in un territorio si portava a casa l'oggetto che mia madre chiamava “cattura-polvere”, senza nessun utilizzo, oggi il turista si porta invece a casa il pezzo di Trentingrana, la bottiglia di Trentodoc, il pezzo di speck.

Sicuramente il turismo enogastronomico ha avuto un'esplosione incredibile. Se fino a qualche anno fa, parlando con gli esperti del turismo, si diceva che l'enogastronomia era un corollario per riempire un periodo di permanenza in un territorio per un turista che faceva altro, oggi si parla di un motivatore di vacanza. Il turismo enogastronomico ora è fondamentale, se ne parla come prima forma di turismo. É una forma di turismo appetibile per i Millennials, ora che sono entrati nel mondo del lavoro con una buona capacità di spesa; il turista enogastronomico ha, si stima, una capacità di spesa di 150 euro al giorno, una capacità che altri non hanno. É una forma di turismo elevata.

Abbiamo un altro aspetto sicuramente positivo. Prima si parlava di destagionalizzazione; il turista enogastronomico non ama i periodi di grandi flussi, non predilige i punti con la grande ressa. È un turista slow, che ha voglia di vedere il territorio e che preferisce le basse stagioni. È una grande opportunità per le aziende del turismo e per il territorio, soprattutto per il Trentino, che ha una grande biodiversità, che è rivolto verso l'alta montagna. Questa forma di turismo è una grande occasione che non dobbiamo dimenticare. Nei piani strategici delle nostre APT questa forma di turismo è diventata primaria, quando fino a qualche anno fa c'erano battaglie per far capire l'importanza di questa forma di turismo, con numeri incredibili. Si parla del comparto agroalimentare con 12 miliardi di fatturato; e ci sono altri 17 miliardi di euro a livello nazionale solo per bar e ristoranti. Sono numeri molto importanti. Stando ai dati Enit, per il turismo enogastronomico si parla del 55% di turisti esteri, e quindi di una grande attrattiva per l'Italia.

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