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XXII BITM - L'intervento di Gianni Canale

Categoria: Sfide del turismo montano

Anno: 2021

XXII BITM - L'intervento di Gianni Canale

Relatore: Gianni Canale - Presidente del Collegio Guide Alpine – Maestri di alpinismo della Provincia di Trento

Tag associati: Sport


Tra guide alpine e accompagnatori di media alpina siamo circa 550 iscritti al collegio. Sono orgoglioso di partecipare a questo convegno su temi importantissimi, sport, turismo e territorio. Lo sport lo lascio alla mia collega, presidente del Coni. Cerco invece di concentrarmi sugli ultimi due aspetti, su turismo e territorio. Mauro non ha detto una cosa sbagliata, anzi, mi ha dato uno spunto di riflessione che condivido con il pubblico molto giovane di queste giornate.

Si è visto, negli ultimi due anni, che molta più gente è venuta in montagna, sia in estate che in inverno. Perché? I motivi sono svariati. Per la voglia di tornare all'aperto dopo il lockdown, e nello specifico in montagna per l'aria pulita, per il paesaggio che parla da solo, e per i nostri spazi liberi. Però tantissimi, ed è un problema grosso, ci sono andati senza consapevolezza di quello che andavano a fare e senza conoscere il territorio, talvolta per niente.

Collegandomi a quello che ha detto Mauro sulla tecnologia, è vero che aiuta avere un GPS piuttosto che qualsiasi altra applicazione tecnologica. Ma la tecnologia non fa un montanaro, non fa un alpinista, non fa un escursionista. Sicuramente aiuta in caso di emergenza, ma non può essere esclusiva: la montagna deve essere conosciuta, deve essere frequentata per gradi. Viviamo in un posto che è un paradiso, unico o quasi al mondo, con una diversità infinita e tutti i tipi di terreno.

Un messaggio che deve passare forte è che, purtroppo, in montagna non esiste il rischio zero. E non si può nemmeno parlare di “sicurezza in montagna”, perché sicurezza vuol dire assenza di pericoli. In montagna i pericoli esistono sempre, per ridurli bisogna conoscerla, essere formati, essere preparati fisicamente e intellettualmente, per conoscere e individuare le fonti di pericolo, e avere anche un bagaglio con tutto il necessario per proteggersi, per arrivare a un rischio accettabile. Il rischio accettabile deve essere creato dai professionisti come dagli altri frequentatori della montagna. Un senso di autoresponsabilità e di conoscenza è fondamentale. Non è un GPS che ci protegge.

Le tre figure della professione di montagna sono le guide alpine, gli accompagnatori di media montagna e i maestri di sci. Sono figure professionali legate al turismo di montagna; il percorso per diventare guide alpine e accompagnatori di media montagna dura anni, ed è complesso, affrontando sia aspetti tecnici e culturali. Questi professionisti vengono formati per poter andare in montagna con sicurezza su tutti i tipi di terreni, in inverno e in estate, con ghiaccio, neve, roccia, ferrate e via dicendo. É importante che questa formazione e conoscenza venga trasmessa sia al cliente che agli altri fruitori della montagna. La guida non è solo un accompagnatore, è anche un maestro, che dà le basi per affrontare la montagna in modo adeguato e rispettoso.

La gente cerca qualcosa di più sostenibile del turismo di massa, delle esperienze uniche, e la guida e l'accompagnatore che stanno con il cliente devono trasmettere le proprie conoscenze, e i clienti possono poi avviare un virtuoso passaparola.

Noi viviamo in un territorio che parla da solo, abbiamo degli enti che lavorano sulla promozione turistica e che stanno facendo un grande lavoro. Anche le guide e gli accompagnatori, nel loro piccolo, fanno promozione, promuovendo indirettamente il territorio, il quale a sua volta promuove noi. Nel 2022 lavoreremo con maggiore impegno da questo punto di vista.

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