Stamattina Maurizio Rossini ha riassunto un po' anche quello che sarebbe il mio pensiero. Posso ribadire alcuni concetti, brevemente. La montagna dello sci e dell'impianto deve rimanere importante. Ma non dobbiamo cadere nella monocultura, che è pericolosissima in qualsiasi campo, non solo nel turismo di montagna. La cultura dello sci attaccato alla fune è andata in crisi con la pandemia.
C'era bisogno di un'alternativa immediata . Nel 2017 avevo proposto alla politica e agli imprenditori un progetto, la riconversione ambientalista e turistica del Passo Rolle. Era una cosa che andava fatta, e in tanti ora la stanno portando avanti in modo disorganizzato, non come l'avevo pensata io. Il Passo Rolle lo vedevo fermo da anni, con impianti obsoleti e perlopiù inattivi, perché nessuno di noi vuole più cimentarsi su piste vecchie, non performanti, su impianti lenti. Ci sono altre scelte da fare molto più a valle, sulla parte di Primiero e sulla parte della Val di Fiemme, nessuno si pone il problema di andare così in alto per utilizzare pochi chilometri di pista.
L'idea era quindi quella di smantellare gli impianti vecchi e di creare un qualcosa di nuovo, un'alternativa nonché un completamento allo sci, offrendo alla persona/turista un qualcosa di nuovo. Non sono stato capito, ma da pochi, perché la maggior parte delle persone aveva in realtà capito e appoggiato la mia idea, che poi si è trasformata in un sogno irrealizzabile, perché alcuni si sono messi di traverso. Io ho rinunciato perché non faccio l'operatore turistico, mi occupo d'altro, sono un imprenditore calzaturiero. Io ero là perché mi piace quel territorio, per rendere al territorio quello che l'azienda stava occupando, lo spazio, il disturbo che diamo alle persone, eccetera.
Quest'inverno sarebbe stata l'occasione ottimale per mettere in pratica questo progetto, avremmo avuto dei pacchetti pronti da offrire al turista, un turista esigente, che cercava un'alternativa. Qualcuno l'ha fatto in autonomia. Lo facciamo tutti: lo scialpinismo, le ciaspole, le escursioni. C'è già questo, ma non c'è in modo organizzato, non è qualcosa che viene offerto nel modo giusto dalle Apt. Da quelle Apt, lo voglio sottolineare, che non dovrebbero essere Agenzie per il turismo, ma Agenzie per il territorio, che devono essere declinate con questa parola.
Parlando di quel progetto pensavo a un turismo su 12 mesi, non solo sull'alta stagione. Le persone in più a Ferragosto e a Natale non ci servono, e danno persino fastidio, in quei periodi non si trova nemmeno parcheggio. Dobbiamo diluire questa richiesta di montagna nei mesi morti. Il 15 settembre in montagna chiude tutto, ma dobbiamo invece andare avanti, perché è il momento più bello, più caratteristico. La montagna deve essere vissuta anche fuori stagione, e soprattutto dalle persone di montagna. Se noi andiamo in montagna come turisti, come persone che la frequentano, diamo sostegno alle persone che ci vivono e che la curano.