Il territorio di montagna ha un turismo che è nato 250 anni fa con l'alpinismo, che è un'attività che porta chi ha voglia e capacità in zone selvagge, per sopravvivere nonostante i pericoli che ci sono. Il turista va dove c'è un'infrastruttura, dove ci sono impianti, alberghi, rifugi o baite, non va nella wilderness, perché non ha imparato a sopravvivere in quei luoghi.
Ma noi, nella catena alpina, 16 milioni di persone, viviamo di turismo alpino. Significa che la gente va a godersi la terra lavorata, dove il contadino da migliaia di anni coltiva e alleva bestiame, e questo paesaggio fa parte del paesaggio alpino, che è la somma della terra lavorata, fino a 2.200 metri di altitudine per noi (le malghe sono state gli ultimi posti dove l'uomo è arrivato a lavorare) e di quello che sta sopra.
Oggi è la striscia inferiore a portarci il turismo, perché la gente viene a godersi questa parte e a guardare le montagne. Ma è la somma che fa la bellezza, questa cosa unica. Ogni zona ha il suo carattere, ogni zona ha le sue forme speciali, pensiamo alle Dolomiti, al Monte Bianco, al Brenta, all'Adamello, per capire cos'è il carattere della montagna che attira poi degli ospiti.