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XXII BITM - L'intervento di Tamara Tonioni

Categoria: Sfide del turismo montano

Anno: 2021

XXII BITM - L'intervento di Tamara Tonioni

Relatore: Tamara Tonioni - General Manager di Saidea srl

Tag associati: StatisticheFuturo del turismoDigitalizzazioneInfrastrutture


Il web è sempre più presente nel nostro quotidiano, e lo è anche quando andiamo in ferie, quando decidiamo di staccare la spina e magari di frequentare le nostre montagne all'interno di una struttura ricettiva. Magari ci scarichiamo l'app MioTrentino, ci logghiamo nella rete Wi-Fi della struttura, scarichiamo informazioni, ne mettiamo in rete altre di personali, e lo facciamo con serenità. Ma qual è la sicurezza di questo dato?

La Cybersecurity, sinteticamente, è la messa in sicurezza di un'infrastruttura informatica, ma soprattutto dei dati che questa infrastruttura informatica gestisce. Le minacce informatiche a livello globale negli ultimi anni sono aumentate in modo esponenziale. Solamente nel 2019 ben 8 miliardi di dati sono stati esposti a data breach, e quindi a violazione; ben il 112% in più rispetto all'anno precedente. Quando parliamo di sicurezza del dato parliamo di un sistema che va a toccarci nell'intimo, perché questi 8 miliardi di dati riguardano la nostra vita personale.

Ne parliamo perché il dato è a rischio anche quando andiamo in ferie. Si pensi a quanto è successo alla catena Marriot: dal 2014 al 2018, totalmente nel silenzio, degli hacker hanno lavorato mettendo a rischio i dati di oltre 500 milioni di clienti. Non solo nome, cognome e data di nascita, ma anche i dati delle carte di credito, i dati inseriti nei programmi di loyalty e via dicendo. Oltre ai danni per i clienti, c'è un enorme danno di immagine per Marriot, nonché una multa per non avere rispettato il GDPR, di circa 20 milioni di euro. Faccio un altro esempio, più vicino a noi. In Austria, nel 2017, un famoso hotel di montagna, un 4 stelle superior, è finito in mano agli hacker; questi si sono impadroniti del controllo dell'infrastruttura informatica interna, hanno bloccato l'accesso alle camere, relegando gli ospiti al freddo per tutta la notte, fino a quando l'albergo non ha pagato il riscatto. Questo potrebbe accadere a qualsiasi nostro albergo.

Come possono succedere queste cose? Quanti di noi si chiedono se la rete Wi- Fi dell'albergo in cui dormono è sicura? Personalmente, pur lavorando nel settore della tecnologia, non me lo chiedo quasi mai. Dovrei farlo, eppure in realtà mi interesso prima di tutto che sia veloce, performante. Non mi domando se i miei dati personali e persino aziendali, strategici, possano finire nelle mani di altri. Utilizziamo queste connessioni, immettiamo nella rete dati sensibili con molta serenità.

Ora mi metto dalla parte di chi mette a disposizione la rete. La responsabilità è sua, ovvero del ristorante, dell'albergo e via dicendo. Nel momento in cui si mette a disposizione un servizio di questo genere è necessario garantire tre cose, ovvero la riservatezza, l'integrità e la disponibilità del dato. Questi sono peraltro anche i tre criteri base della ISO 27001, che attesta che i dati gestiti all'interno dell'infrastruttura rispettano il GDPR, tra le altre cose.

Cosa fare? Intanto è bene mettersi nelle mani di chi ne sa, di esperti che fan questo di mestiere. Farsi fare un'analisi dell'infrastruttura, un'analisi della generazione di dati all'interno di quella struttura, per capire i rischi che si ricorrono. Un po' come se si decidesse di mettere in casa una cassaforte: prima di farlo mi domanderò cosa ci voglio mettere dentro, e da cosa voglio proteggere quegli oggetti. Questo è essenziale per pianificare un'infrastruttura sicura.

In tutte le stanze degli alberghi o quasi, ormai, troviamo una gradita cassetta di sicurezza. Ebbene, è tempo di mettere a disposizione anche una cassetta di sicurezza per i dati sensibili che i nostri ospiti mettono in rete. 

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