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XXII BITM - L'intervento di Maurizio Rossini

Categoria: Marketing per il turismo

Anno: 2021

XXII BITM - L'intervento di Maurizio Rossini

Relatore: Maurizio Rossini - Amministratore delegato di Trentino Marketing

Tag associati: SostenibilitàSviluppo economicoFuturo del turismoOver turismIdentità


A mio modo di vedere il turismo non è un settore economico, e come tale non può essere trattato. Non gestisce delle commodities, degli oggetti, il viaggiare ha a che fare con la scoperta, con la voglia di conoscere dei territori, e quindi il bene più prezioso sono proprio i territori e la gente che li abita. Questo è l'aspetto più importante che dobbiamo mettere al centro, se abbiamo a cuore anche un turismo del futuro. Il percorso contrario ci porterà su una strada che non sarà di fame e di povertà, ma magari sarà quella di vivere in un contesto che magari non ci piace tanto, dove magari in molti non avranno voglia di vederlo come il loro luogo ideale di vita. E questo, per chi ha le responsabilità non solo del fatturato delle aziende, ma anche del benessere di una comunità, è un tema importante da affrontare. Questi che stiamo vivendo sono momenti in cui questi pensieri possono essere più profondi e più presenti nel nostro ragionare insieme. Ma non determinano i cambiamenti, i quali sono invece stabiliti dalla nostra volontà di cambiare.

I dati di quest'estate sono dati incredibili, i nostri laghi e le nostre montagne sono stati presi d'assalto, abbiamo i numeri più alti della storia del turismo trentino, in luglio, agosto e settembre. Dobbiamo dire che è un successo straordinario? Perché parlare di un nuovo turismo, se ci fermiamo a leggere solo i dati? Parliamo di un nuovo turismo se riteniamo che, per il benessere di questa comunità, per lo stile di vita che vogliamo tenere nei prossimi anni, questo percorso non sia ideale, che non sia il percorso che ci può portare dove vogliamo. Ci sono alcuni segnali da questo punto di vista, ci accorgiamo che il crescere ulteriormente, come è normale che si dica e si pensi, non può essere qualcosa di legato ai numeri come in questi ultimi periodi. Siamo arrivati a un livello oltre il quale, forse, non è neanche più di grande soddisfazione la vacanza stessa. Forse ci stiamo portando verso una rottura di un equilibrio, tra chi vuole vivere il territorio con qualità e chi, magari, lo vuole vivere per periodi più limitati.

Credo sia quanto mai opportuno parlare di un nuovo contesto, non di un nuovo turismo. Il turismo è una conseguenza rispetto a un luogo bello e interessante, dobbiamo tenerlo presente. Altrimenti tutti i ragionamenti che possiamo fare rischiano di essere un po' deboli, di non portarci troppo lontano. E invece oggi nel mondo, anche le stesse città, stanno riflettendo molto su questi aspetti. Stanno riflettendo su come possiamo migliorare la qualità di un luogo innanzitutto per chi lo abita oggi e lo abiterà un domani. E dietro a questo stanno sempre di più le scelte di dove andare a lavorare, di dove andare a sviluppare le proprie imprese, di dove andare a studiare, e sì, di dove andare a trascorrere qualche giorno di serenità.

Siamo in una situazione, e lo eravamo anche prima del Covid, nella quale, con dei luoghi belli come sono le Dolomiti e il Garda, l'ultimo dei nostri problemi è attirare le persone. Non abbiamo questo tipo di problema. Purtroppo la storia recente del Trentino, parlo per esempio della storia dei miei nonni, è una storia fatta di fame e di povertà. E noi ci teniamo dentro questa ansia, ce l'abbiamo radicata. E il fatto di pensare che “finirà”, che forse “la prossima stagione non arriverà nessuno” non ci aiuta.

Questi sono dei luoghi meravigliosi, straordinari, quel problema non c'è. Anzi, il rischio è che un'eccessiva frequentazione, anche di giornata, vada a vanificare un'esperienza che potrebbe essere molto più bella, più ricca, ma che per essere tale necessita di scelte coraggiose e difficili. Se noi ci togliessimo quel tipo di ansia – un problema condiviso da tanti altri luoghi turistici, da Venezia in poi – partendo da una situazione positiva, potremmo andare in una direzione altra, dove la ricerca di un maggiore equilibrio potrebbe anche portarci ad avere sul nostro territorio delle persone che amano viverlo in una maniera più in linea con quello che vorremmo che fosse il nostro Trentino.

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