Ringrazio la BITM per questo salotto in cui, nelle prossime giornate, si affronteranno tante tematiche, per capire anche quelle che sono le direttrici di sviluppo comune. Uno sviluppo che non può che essere fatto con ruoli di co-protagonisti tra istituzioni pubbliche e attori che si muovono nella filiera del turismo. Le scuole sono un pezzo di questo, ed è bello vedere tutti gli studenti in platea. Ma penso anche a tutta la parte ricettiva, alberghiera ed ex alberghiere, e anche tutta la parte legata al territorio, come le realtà agricole: quanto stanno insegnando rispetto anche alla valorizzazione di quei piccoli e grandi prodotti? Penso a quanto questi prodotti riescono a catalizzare l'attenzione su un territorio che tutto sommato certo è piccolo, ma è davvero un cuore europeo nelle Alpi. Per la città di Trento è un onore e una responsabilità essere al centro di questo cuore. E infatti il nuovo piano di politica del turismo guarda a Trento come ad hub e gate territoriale. Alla conclusione del piano abbiamo voluto fare un'operazione di tipo valoriale: siamo andati a guardare alla città di Trento anche rispetto agli stereotipi che ci vengono attribuiti.
Lo stereotipo non è un'accezione negativa, ma è qualcosa che ti affibbiano addosso. Uno di questi valori che siamo andati a identificare nella nostra città è quello di essere “sorprendente”. Nel giro delle circoscrizioni che abbiamo fatto per presentare questo piano e per avere raccomandazioni e pareri, nella circoscrizione dell'Argentario i consiglieri ci dicevano che qui passa la Via Claudia Augusta, qui c'è l'Orrido di Ponte Alto, qui ci sono le miniere. Insomma, in una piccola parte della nostra città ci sono tante sorprese. Credo che una delle piste di lavoro che seguiremo in questi anni come città, e in rapporto con la Provincia, è quella di avere un'offerta 365 giorni all'anno, e in questa particolare accezione Trento si ricaverà sempre più un ruolo di primo piano, perché con le nostre sorprese potremo andare a mettere dei mattoncini in quelle che sono le esperienze che possiamo far vivere. Sicuramente con un occhio puntato a questi milioni di persone che ci possono guardare e che poi arrivano nel territorio, ma anche per i cittadini. Perché il turismo che vogliamo vuole coniugare l'impatto per il turismo con l'equilibrio per la cittadinanza che accoglie; perché questi turisti li consideriamo dei cittadini temporanei, e per far vivere un'esperienza appieno, non possiamo che far sì che la comunità accolga nel pieno della sua dimensione, che è un altro dei valori in cui ci riconosciamo.