La Film Commission è un ente pubblico che cerca di sviluppare il settore audiovisivo del Trentino. Sia cercando di attrarre grosse produzioni da fuori, sia facendo crescere chi in Trentino si occupa di tv, cinema e documentari. Spesso si dice che il cinema è promozione, o che è un cinema è un'industria, o che è cultura. In realtà quando si mette il cinema in una casella, quella di solito gli sta stretta. Il nostro desiderio è quello di sfruttare tutto ciò che l'audiovisivo può portare: possono essere ricadute economiche, input culturali o possibilità di promozione del territorio.
La cosa che si cerca di fare caso per caso è trovare quali benefici un progetto può portare al nostro territorio. Di solito sono di questi tre tipi, e do due numeri per capire cosa è successo negli ultimi anni. La presenza di un ufficio dedicato che si occupa di questo in modo specifico ha imposto un certo cambio di passo, sapendo che il Trentino non ha mai avuto una lunga storia di cinema; negli ultimi 10 anni sono invece passate 278 produzioni. Questo porta chiaramente a tutta una serie di conseguenze. Principalmente buone, alcune meno buone. Quelle buone e molto schiette sono quelle economiche; è comunque vero che il cinema è un'industria, e cerchiamo di muovere questo settore anche perché è ricco, in crescita, in buona forma. Ogni volta che investiamo dei soldi nell'audiovisivo si trasformano in una ricaduta immediata sul territorio: di media di oltre il 300%. Non è una stima, è una lista di fatture presentata alla nostra amministrazione da chi faceva riprese in Trentino. Nello specifico ogni anno sono 3-4 milioni di euro che le produzioni spendono nell'effettuare le loro riprese in Trentino.
Poi, va detto che ci sono stati tanti film che hanno dato una buona visibilità al territorio, che sono stati altamente promozionali. Non tutti i film sono promozionali, non è sempre uno spot del territorio. Bisogna cercare di gestire e di ottenere al meglio da questi progetti. In parole semplici, se un progetto non sta promuovendo, allora sta spendendo tanto.
Avere sul territorio 15-16 produzioni ogni anno porta anche a un impatto. Stiamo lavorando per far venire tante persone a fare riprese, ma stiamo lavorando anche per rendere tutto questo sostenibile. Chi ha visto delle produzioni, dei set, ha visto che sono dei piccoli villaggi, c'è chi costruisce, chi viaggia, chi cucina, tante attività in cui ci sono ampi margini di miglioramento in tema di sostenibilità. Per questo 7 anni fa, con l'APPA, l'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente, abbiamo creato un sistema di certificazione per i film, uno strumento che diamo ai produttori per spiegare come rendere la produzione più sostenibile, ma è anche un sistema di verifica, per dare una certificazione chiamata Green Film. Le voci su cui si lavora sono relative al risparmio energetico, ai trasporti, al catering, ai materiali usati, alla gestione dei rifiuti e alla comunicazione, perché questo settore ha un grande potere di comunicazione. E cerchiamo di sfruttarlo per parlare di sostenibilità attraverso i film. Questa è la strada che abbiamo indicato ai produttori, e quando decidiamo quale film supportare lo facciamo anche in base a questi aspetti, e questo ha portato a un cambiamento importante. Da quando abbiamo avviato questo progetto tante altre regioni e film commission si sono unite a noi e hanno iniziato a usare questo strumento; lo stiamo esportando anche all'estero, come per esempio in Danimarca, Svezia, Islanda, Belgio, Spagna. Così si riesce a veicolare un'immagine del Trentino che può condividere buone pratiche.