Il costruttore è visto spesso come la parte con interesse economico, e magari anche come il “cementificatore” di certe tipologie di basi ambientali. Non è così, abbiamo l'interesse che il Piano urbanistico sia attento all'ambiente e soprattutto alla persona. Penso sia importante avere un filo conduttore, non dico avere dei regolamenti simili o uguali in ogni territorio e paesaggio, ma un filo conduttore che garantisca sia al progettista che all'ente una maggiore velocità nell'arrivare ai risultati desiderati. Questo non vuol dire fare le cose male, ma avere un'elasticità e una visione per il territorio, per avere un risultato evidenzia il bello dell'edilizia. Ormai per avere un'autorizzazione o una concessione edilizia ci sono degli iter notevoli da superare; spero che con la revisione si possa avere un filo conduttore da parte degli enti provinciali e comunali. La difficoltà notevole è l'interpretazione della norma, e lì ci si ferma.
Non cementificare e modificare il nostro territorio, ma riqualificarlo. E penso anche a quello che non si può fare adesso. Penso a un comparto industriale vecchio, che non serve a nulla, che potrebbe essere trasformato in una cosa utile per la parte civile. Avere una visione più elastica, sempre con il controllo del territorio e dei volumi, sarebbe molto utile. Vedere certi alberghi dismessi in certe valli è un vero peccato, rovinano paesaggi. Magari demolire e spostare in altri luoghi, magari vicino a un centro abitato, può essere la soluzione. È necessario avere più fiducia nel costruttore e nel tecnico. Non dobbiamo fermarci a divisioni di pochi, deve essere una visione condivisa. Il nostro territorio infatti è bellissimo, e potremmo migliorarlo ulteriormente.