L'anno scorso a quest'ora avevo dato una brutta notizia, ovvero che dovevamo rimandare l'apertura; quest'anno posso dare una buona notizia, perché tra tre giorni apriamo. Le condizioni ci sono, in quota ha fatto tanta neve, il freddo ci ha aiutato ad approntare le prime piste. Apriremo quindi con 10 chilometri di piste nella zona del Grostè. Le previsioni sono buone per allargare ogni giorno le aperture, per arrivare - speriamo al 2 di dicembre - con l'apertura dell'intera skiarea. Ormai ci siamo, questa per noi è una bella notizia, perché in questi mesi passiamo dai +20 gradi ai -5 gradi nel giro di due giorni. Questo ci crea forte preoccupazione, ma anche forte determinazione nell'affrontare questi cambiamenti climatici, con cui dobbiamo fare i conti.
La cosa più importante per noi è conoscere bene il nostro cliente. Se conosco il cliente capisco le sue esigenze e posso sviluppare dei prodotti e dei servizi che rispondano in modo puntuale alle sue esigenze; non la ridurrei solamente a dire che chi va in un albergo 5 stelle cerca la qualità mentre chi va in osteria non la cerca. È un ragionamento banale. In questi anni abbiamo lavorato molto, anche insieme alla nostra APT e a Trentino Marketing, per conoscere il turista; attraverso le piattaforme, le card, il sistema di vendita online, noi oggi conosciamo più della metà dei nostri clienti.
Abbiamo 3,2 milioni di ingressi nella nostra ski area, persone che vengono a sciare ogni inverno da noi. Questi 3,2 milioni sono in realtà persone che vengono anche più volte; se guardiamo le “teste” stimiamo infatti tra le 600 e le 800 mila persone che ogni anno vengono nella nostra skiarea a fare almeno una giornata di sci. Di questi ne abbiamo profilati 210 mila. Bisogna tenere in considerazione il fatto che quando acquisto lo skipass per la mia famiglia rappresento 4-5 teste, quindi, considerando questo aspetto, conosciamo oltre la metà dei nostri clienti. Ma conoscerli non vuol dire avere solo e-mail, nome e cognome. Sappiamo infatti in che periodo vengono queste persone, quanto si fermano, che età hanno i loro figli; e a questo abbiniamo delle survey che ci dicono ancora di più, e perciò ogni anno possiamo andare a sviluppare delle proposte che incontrino le loro esigenze.
Il grande tema della nostra skiarea al giorno d'oggi è che abbiamo 20 giornate in cui c'è troppa gente. Un problema che abbiamo affrontato anche l'anno scorso. È chiaro che è difficile dire alle persone “il 30 dicembre state a casa”. Non è un bel messaggio. Stiamo cercando di capire come affrontare questo tema. Una delle idee che ci è venuta, anziché di dire alle persone di stare a casa – si pensi a chi ha una seconda casa qui – è di anticipare di un'ora l'apertura degli impianti nelle giornate più “calde”. Abbiamo infatti scoperto che c'è una fascia consistente dei nostri clienti, di circa 2-3 mila persone al giorno, che vorrebbe andare a sciare presto al mattino, e rientrare entro le 11 e fare poi altre attività, per stare con la famiglia, per fare una ciaspolata, per andare in un centro wellness. Quindi sfruttando quelle che le autostrade chiamano le “partenze intelligenti” vorremo fare lo “sci intelligente”, dicendo ad alcuni di venire a sciare prima: ti trovi le piste perfette, non c'è tanta gente, e quando arriva la massa di chi ha fatto la serata in discoteca, tu te ne torni in valle, e fai altro. Siamo convinti che lavorando su queste piccole opportunità, possiamo migliorare l'esperienza sullo sci delle persone. Poi, insieme alla nostra APT, cerchiamo di sviluppare anche altri prodotti: abbiamo pensato per esempio allo Skipass “5 su 7”, che permette di scegliere due giorni durante la settimana bianca in cui non sciare, senza perdere i soldi dello skipass, per fare altre esperienze proposte dallA' PT. Tutte piccole cose che, secondo me, in prospettiva ci possono aiutare per creare qualità e un buon passaparola.