Il circolo, un po' come tutte le associazioni che si dedicano alla cultura dell'architettura, si sta impegnando per mettere in primo piano la qualità del costruire. Questo è un concetto che sentiamo spesso, ma poi chi si occupa di architettura deve interpretare dei piani, comprendere i diversi contesti, che possono essere anche internazionali. Oggi viviamo in un'epoca caratterizzata dalla globalizzazione, con una grande velocità del cambio dei desideri degli utenti e di chi vive gli spazi creati dall'architettura.
Il Circolo si fa promotore culturale, per far sì che riusciamo a creare delle architetture migliori. Per farlo è necessario avere sensibilità, consapevolezza di quel che si sta facendo, tanto metodo e tanto pragmatismo. In questo si tenta di impegnarsi al massimo. Spesso gli strumenti pianificatori non ci danno una mano: spesso e volentieri, quando andiamo a lavorare sui piccoli elementi, ci si accorge che delle particolarità sono ovviamente sfuggite, per le modalità stesse di realizzazione dei piani. Per questo sono importanti le nostre iniziative culturali, è importante anche la Scuola del Paesaggio, grande intuizione che deve proseguire, come è importante l'Osservatorio del Paesaggio. Mi viene da pensare che sarebbe necessario un ufficio speciale che si occupi di architettura all'interno della Provincia, cosa che non è mai esistita, ma probabilmente i tempi sarebbero maturi per farlo.
Noi siamo molto legati ai fatti concreti, e la rassegna che faremo alla Stazione dei treni di Trento tra pochi giorni lo dimostrerà. Lì saranno esposti più di 180 progetti presentati da nostri colleghi, per far capire lo stato dell'architettura trentina. Poi con il premio cercheremo anche di sottolineare che qualcuno sta lavorando meglio, che qualcuno sta riuscendo a interpretare questi caratteri speciali del nostro luogo in modo molto chiaro.
Volevo citare due cose. Prima l'architetto Baldracchi ci ha parlato della ciclovia del Garda. Sono davvero stupito: abbiamo grandissimi piani urbanistici, e la Tutela del paesaggio non è nemmeno stata interpellata su quest'opera. La politica è riuscita a istituire addirittura un commissario straordinario per poter valutare quest'opera. Ma per cosa? Probabilmente per i tempi, per riuscire a gestire delle risorse, ma non per la concretezza. Noi che ci occupiamo di architettura siamo quelli che trasformano l'ultimo miglio, che definiscono gli elementi, ma siamo anche quelli che definiscono lo status di un territorio. Oggi siamo nel foyer del MUSE, e questo ci dà uno status, siamo in un momento di Trento che ci dà una certa valenza internazionale, siamo in un luogo “magico”, che crea scienza e consegna, fatto da un architetto importante, che ci permette di ammirare il paesaggio esterno. Ci fa capire quanto siamo fondamentali per la creazione dello status; lo sono anche le entità intermedie, come le scuole, le associazioni. Andrebbe fatto questo dipartimento dell'architettura e andrebbero sovvenzionate le realtà come le nostre, che con i fondi a disposizione non sono assolutamente aiutati dall'ordinamento politico.
Penso che ogni persona che studia e pratica l'architettura ambisca a sviluppare delle risposte al mondo del turismo, risposte che sono necessarie. Bisognerebbe investire nella cultura architettonica, poiché l'emittenza dovrebbe essere edotta, per comprendere che l'architettura potrebbe essere un driver, un pilastro importante nell'economia dello sviluppo di un business turistico.
Nello sviluppo di complessi alberghieri vediamo una grande diversità di approccio tra regioni e regioni e tra committenze e committenze. In Trentino- Alto Adige si parla quasi sempre di committenze di tipo familiare: come ricordava prima anche il professor Zanon i trentini e gli altoatesini sono “diventati” degli albergatori. Certo, nelle diverse generazioni si sono sviluppate delle competenze, soprattutto economiche; essendo dei privati ci sono poi degli investimenti economici importantissimi da parte di queste famiglie. E quindi si affidano a dei consulenti di tipo economico per valutare il business plan; ma dovrebbero capire le emozioni, le sensibilità e le interpretazioni che potrebbe dare l'architettura applicata al turismo. Anche in uno sviluppo di pianificazione, di contribuzione pubblica, il tema della qualità porta a trovare una strategia affinché il progetto diventi dominante sul resto: questo dovrebbe essere il tema principale della dirigenza e di chi si occupa di urbanistica, ma soprattutto anche dei politici, se desiderano aiutare questo aspetto.