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XXIV BITM - L'intervento di Linda Osti

Categoria: Sfide del turismo montano

Anno: 2023

XXIV BITM - L'intervento di Linda Osti

Relatore: Linda Osti - Professore Associato in Management e Marketing del Turismo, Bangor University (UK) e Libera Università di Bolzano

Tag associati: SostenibilitàDestagionalizzazioneStatisticheEmergenza sanitaria


A livello europeo, con Eurostat, ci si è domandati se i dati dimostrano questa voglia di destagionalizzazione, e si è cominciato a raccogliere le informazioni a disposizione, per capire cosa sta succedendo. In Europa siamo a un 34% di arrivi e di presenze nei mesi di luglio e agosto. In Paesi molto stagionalizzati, come per esempio Croazia e Bulgaria, si va oltre il 50% delle presenze nei mesi di picco.

Troviamo inoltre, va sottolineato perché è il dato che più degli altri interessa il nostro tema, che c'è un allungamento del mese di settembre. Per il 2022 si è visto infatti che settembre ha fatto meglio rispetto al passato. Va detto che, guardando al 2022, siamo ancora in un'epoca post-Covid. Tutta l'idea di analizzare questi comportamenti è nata del resto dopo il Covid, e quindi abbiamo pochi dati di riferimento e analisi sugli anni precedenti. Quello che possiamo dire è che è soprattutto il turista straniero, internazionale, che va a chiedere la vacanza nelle basse stagioni, nelle “stagioni di mezzo”. Si è anche visto che è un turista tendenzialmente più anziano, over 65. Se confrontiamo l'Italia con la media europea, si scopre che il nostro Paese è sul 38% per i mesi di luglio e agosto. Siamo quindi un po' sopra alla media europea, con un Paese che per via del suo clima e della sua geografia attira turisti soprattutto nei mesi estivi, ma che riesce a bilanciare grazie al turismo culturale.

E il Trentino? Guardando agli anni 2018 e 2019 abbiamo luglio e agosto che si aggirano sul 37%, più della media europea, in linea con la media italiana del 2022; e con un settembre che non riusciva a performare così bene come è successo nel 2022. Andando a vedere il Trentino nel tempo (sono partita da circa il 1985) ci sono degli alti e bassi. Il mese di settembre è stato altalenante tra il 1985 e il 2019, e l'aumento netto dei flussi c'è stato per l'appunto nel 2022 (2020 e 2021, con i diversi lockdown, non possono darci dati utili). Quindi sì, si è mosso qualcosa, il problema è piuttosto capire qual è il consumatore che ha creato questo prolungamento, e quali sono le sue richieste.

Il problema principale è anzi mettere in rete le aziende che decidono di rimanere aperte. Il consumatore, qualsiasi esso sia, richiede comunque un certo servizio, un servizio che deve fornire la possibilità di avere una fruizione integrata del territorio. Quindi avere sporadicamente alberghi aperti con ristoranti chiusi, con musei che chiudono, non aiuta ad attirare il turista. Bisogna riuscire a mettere in rete gli operatori per dare una fruizione totale del territorio. In generale abbiamo visto che i turisti che puntano alle basse stagioni sono turisti della cultura, e qui ci sta benissimo per esempio il turismo delle radici, che è molto meno legato all'andamento climatico, o anche alle pause scolastiche, trattandosi di un turista più senior. E se i numeri dimostrano che c'è un piccolo trend per il mese di settembre, il mese di giugno non mostra invece per adesso dei cambiamenti rilevanti: luglio e agosto sono ancora predominanti. Si può fare ancora molto, soprattutto per aumentare su settembre.

Il Covid ha portato il turista a pensare anche alla bellezza di rimanere un po' più soli, in posti meno affollati, e quindi c'è ancora questa voglia di andare a fare una vacanza in un periodo di bassa stagione, per essere più tranquilli. A livello di Trentino-Alto Adige si lavora soprattutto con un turista italiano, che è molto sensibile al clima. Con un collega tedesco abbiamo fatto uno studio partendo dal surriscaldamento climatico, per vedere a quale punto il turista italiano e quello germanico interrompono la vacanza proprio per il calore eccessivo. Si è capito così che il turista italiano ancora oggi vuole e desidera il caldo, non è arrivato a dire che è “troppo caldo per andare in vacanza” e continua a desiderare il mare, pur a fronte di un incremento dell'interesse verso la montagna. In generale, l'italiano vede ancora un dramma nel “brutto tempo in vacanza”, nella pioggia durante le vacanze, cosa che invece preoccupa molto meno il turista straniero. Ecco che allora ci sono più margini di movimento con il turista straniero, meno legato al clima.

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