Parlare di simboli è un qualcosa di molto particolare. Sappiamo perfettamente che i simboli muovono e spostano delle masse di persone, però è chiaro che possiamo considerare come questi simboli, spesso, non vengano creati in modo artificiale, lo diventano in modo naturale. A livello di Trentino, e a livello della Cooperazione, non solo nel turismo, abbiamo dei simboli che ci guidano, certe volte non sappiamo nemmeno noi il perché. Come mai quel simbolo ci dà quella voglia di seguirlo? Pensiamo ai simboli dei giovani di oggi, alle loro motivazioni per muoversi: sono probabilmente diverse da quelle che percepiamo noi. Anche a livello culturale, è qualcosa che non si riesce bene a capire. È un po' il grande tema del turismo, il cercare di capire cosa spinge le persone a muoversi per andare in un territorio: è una cosa difficilissima, se lo avessimo capito non avremmo nessun problema a riempire gli alberghi e i territori.
Quello che possiamo fare è cercare di valorizzare quello che abbiamo sul territorio, e capire che questi simboli sono riferiti molto spesso a dei gruppi e a delle nicchie di persone che sono disposte a fare chilometri per fare una vacanza. Se vogliamo entrare più nel dettaglio, pensiamo per l'appunto anche ai castelli o ai simboli religiosi che portano delle persone a dei pellegrinaggi. Questo perché c'è dietro una dimensione non tanto legata all'edificio stesso o al manufatto, quanto più a un percorso personale, che appunto possiamo valorizzare, sapendo invece che è difficile creare un simbolo da zero. Quello che il Trentino può fare è valorizzare i simboli materiali e quelli immateriali, tra i quali ci può essere anche la Cooperazione, che può dare uno spaccato sulla nostra società e sulla sua storia.