Quando ho visto il titolo di questa mattinata mi sono un po' preoccupato. Nonostante la mia esperienza personale in quella che, magari, può essere vista in Trentino come un'offerta turistica migliore, quella di più alta qualità, devo dire che probabilmente il turismo di lusso è un altro. Mi è tornato in mente che qualche anno fa avevo visto uno studio fatto dal Boston Consulting Group per la Fondazione Altagamma, una fondazione che si occupa di radunare le imprese italiane che portano il Made in Italy nel mondo, che valorizza le imprese italiane. Cosa dice questo studio? Fa prima di tutto un'analisi dei clienti del lusso, di questi viaggiatori fortunati che si possono permettere 10-15 viaggi intorno al mondo ogni anno, con una capacità di spesa molto elevata e che soprattutto hanno una caratteristica: tutti o quasi vorrebbero venire in Italia. Oggi l'Italia è uno dei punti di riferimento, perché ci sono tante cose diverse da vedere nel nostro Paese, dalle città d'arte alle grandi città, per arrivare al mare, alla montagna e ai laghi. Ma spesso questo desiderio di venire in Italia non si trasforma in una vera vacanza.
Perché il turista del lusso che vorrebbe venire in Italia molto spesso non viene? E perché viene meno di quanto vorrebbe? Credo che questo dipenda molto da una mentalità sbagliata che abbiamo noi. Qui voglio essere anche un po' provocatorio. Prima di tutto, sappiamo che l'Italia ha una serie di carenze strutturali, a livello dei trasporti, e quindi di aeroporti, treni, mobilità locale, il sistema sanitario e la formazione scolastica. Chi studia ha poi grandi difficoltà nell'entrare in un mondo del lavoro come è quello del lusso, dove bisogna conoscere le lingue, dove ci si deve rapportare con delle persone che hanno una visione peculiare della vacanza esperienziale, priva di problematiche, ben organizzata. Questo è quello che spesso rende difficile fare in modo che il cliente altospendente venga in Italia.
Ci sono anche degli esempi positivi, ovvero alberghi che riescono a gestire questo tipo di clientela. Ma credo che avremmo delle potenzialità molto più elevate per poterci proporre su questi mercati. Il Trentino fa parte del sistema Italia, e ovviamente ci sono delle lacune anche da noi; probabilmente non c'è un'offerta strutturata per questo tipo di turista. Dobbiamo cambiare un po' la nostra mentalità. Faccio un esempio banale: se la città di Trento deve preparare le luminarie per le festività natalizie, probabilmente fa delle luminarie diverse nel centro storico rispetto alle luminarie per le periferie; ecco, il cliente alto spendente, del lusso, ha bisogno di essere trattato in maniera diversa, ha bisogno di essere visto in modo diverso, e il nostro sistema pubblico deve dunque pensarlo in modo diverso. Fintanto che diremo “le due ore di ritardo dell'aereo non sono un problema”, se sottovalutiamo le coincidenze perse, gli scioperi e via dicendo, continuerà a essere più difficile lavorare, per tutti noi.