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XXIV BITM - L'intervento di Martino Cornali

Categoria: Sfide del turismo montano

Anno: 2023

XXIV BITM - L'intervento di Martino Cornali

Relatore: Martino Cornali - Project Manager Fondazione Campana dei caduti di Rovereto

Tag associati: Futuro del turismoIdentità


È un orgoglio essere qui, dopo molte edizioni in cui ho partecipato alla BITM tra il pubblico. Essere da questa parte quest'anno e potervi raccontare l'esperienza della Campana è, per me, molto bello. La campana si è evoluta, il simbolo della Campana si è evoluto. Oggi la Campana dei caduti è anche la Campana dei caduti per la pace. È effettivamente un simbolo a tutto tondo. È un simbolo religioso? Certamente. Noi parliamo di Don Antonio Rossaro, che sceglie un simbolo, molti conoscono già questa storia. Don Rossaro decide di prendere i cannoni partecipanti alla Prima Guerra Mondiale, di fonderli, di fare una campana. Lui è un prete, è cristiano, e decide che la campana è molto importante, è un simbolo per richiamare le persone.

Ma la Campana è anche un simbolo politico e ideologico. La politica intesa al più alto livello: Don Rossaro voleva riunire un'Europa che era divisa dal conflitto; riunire il Regno d'Italia con l'Impero Austroungarico. Ma tutta l'Europa era divisa, e quindi è anche un simbolo politico oltre che storico e culturale. C'è una pluralità di simboli intorno alla Campana.

Ma non si è fermata alla concezione degli anni Venti e Trenta. Oggi la Campana è anche altro. È diventata anche un simbolo di integrazione. Se nei prossimi giorni, mesi o anni andrete alla Campana – il prossimo anno festeggeremo i suoi 100 anni – percorrerete un viale, dove oggi ci sono 105 bandiere, di popoli, organizzazioni e Stati che hanno aderito alla Campana, che hanno firmato un Patto di pace, un atto di promozione della pace. Percorrendo il viale, vedendo semplicemente queste bandiere, il primo pensiero è: “belle queste bandiere che sventolano, bella la Campana, bello il marmo” e così via. Il messaggio di fondo però, è quello di dire che tutte le popolazioni che vivono a Rovereto devono vivere la Campana come casa loro.

Non mi dilungo su quante sono state le iniziative organizzate negli anni dalle associazioni culturali albanesi, ucraine, cecoslovacche, moldave, che hanno deciso di venire alla Campana e di viverla come luogo culturale, per integrarsi nella nostra società. Oggi forse non c'è più il bisogno di una pace in Europa così come negli anni Venti, oggi c'è bisogno di integrare, e la Campana prova a farlo. Un mese e mezzo fa una decina di associazioni ucraine del Nord Italia sono venute alla Campana per fare un incontro, per stare insieme, per ricordare. Questa vuole essere oggi l'immagine della Campana, un'immagine di integrazione.

Quello è l'aspetto socioculturale della Campana. C'è poi un simbolo legato al turismo, che è molto importante. Abbiamo fatto un processo negli anni, grazie alla collaborazione con l'APT, con la rete museale di Rovereto e con le amministrazioni della Vallagarina, per costruire un'offerta turistica dedicata alle scuole; non solo legata alla Campana, quanto a tutto il territorio della Vallagarina. Questo ha incrementato i numeri dei ragazzi della didattica, che sono aumentati del 15-20%. I nostri ingressi annuali sono in buona parte dati da ragazzi che vengono per fare attività didattiche che sono pianificate non in periodi di alta stagione, quanto invece tra marzo e aprile, tra ottobre e novembre. Quindi è molto importante fare rete con altre realtà, potersi mettere insieme e poter portare il turismo fuori dalla città di Rovereto.

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