Il settore del turismo è tra le leve trainanti della nostra economia, sia come ricchezza che come impiego di lavoro: se non sbaglio, intorno al settore ruotano circa due milioni di addetti. Oggi ci si interroga su come l'offerta turistica debba essere necessariamente connessa a un'offerta che deve essere attrattiva anche per il lavoratore, per il personale qualificato. Il quale, ovviamente, è l'unico in grado di offrire della qualità al cliente finale.
Anche noi, come compagnia assicurativa, come uno stakeholder esterno rispetto al settore del turismo, quando ci confrontiamo con i vari operatori del sistema vediamo che c'è effettivamente un'urgenza nel reperire della manodopera qualificata, urgenza che è trasversale su tutti gli operatori, da chi segue gli impianti di risalita per arrivare fino agli alberghi e ai ristoranti. Di fatto anche l'ultima indagine ANEF condotta al termine della stagione invernale 2022/2023 ha rilevato come 7 su 10 imprese del settore turistico hanno avuto difficoltà nel reperire personale stagionale qualificato. È un'urgenza vera e propria. Le cause sono sicuramente molteplici, lo vediamo tutti i giorni sui giornali: l'aumento del costo della vita, la necessità di una formazione sempre più qualificata, ma soprattutto il fabbisogno dei lavoratori, che sta cambiando in tutti i settori, e anche nel turismo. I datori di lavoro, in tutti i comparti, non possono pensare di attrarre personale qualificato con la sola leva della retribuzione. Di fatto oggi il lavoratore pensa al benessere, alla qualità del lavoro, sia per sé stesso che per la propria famiglia. E anche il datore di lavoro deve cambiare approccio, esplorare se vogliamo nuove soluzioni, che fanno parte di quella componente che riguarda il welfare aziendale. Si tratta di una leva fondamentale: quando ci confrontiamo con i partner, con i nostri clienti, lo vediamo moltissimo.
Siamo una mutua, siamo nati in Trentino, abbiamo nel nostro DNA la volontà di fare sistema con i vari operatori economici; quando ci troviamo al tavolo, ci fanno presente la necessità di approfondire programmi di welfare aziendali, per favorire la qualità del lavoro dipendente, per far sentire il collaboratore tutelato e seguito, per fargli percepire il senso di appartenenza alla propria azienda, per svolgere un'attività di qualità in quanto soddisfatto. Il welfare aziendale opera su più settori: l'ambito della salute, la sicurezza del lavoratore, la formazione, il famoso work life balance. E anche il comparto assicurativo si sta attrezzando, con strumenti di welfare aziendale che vanno dalle classiche coperture assicurative per il lavoratore, contro infortuni, malattie o altri imprevisti sul luogo di lavoro, fino alle coperture vita; e c'è poi anche l'ambito della previdenza, con i fondi pensione. Il nostro fondo pensione integrativo, come Itas Mutua, è tra i primi in Italia per numero di aderenti. Versano nel nostro fondo i lavoratori di circa 15mila aziende.
Vediamo come l'esigenza del comparto turistico sta cambiando. Una volta ci chiamavano solo per delle coperture assicurative tutelanti per l'attività, mentre adesso si richiede anche l'esigenza dell'assicuratore come partner per fornire un ulteriore servizio nell'offerta turistica. Pensiamo per esempio alle coperture assicurative, che ci sono ormai da circa due anni, obbligatorie per lo sciatore. E questo serve anche come leva per offrire anche al turista un quid in più su una vacanza sicura, protetta. Abbiamo sperimentato delle collaborazioni, anche per la stagione estiva, per fornire al turista una copertura di responsabilità civile piuttosto che di infortunio durante la propria vacanza. È giusto pensare a trovare dei partner per supportare l'offerta turistica e l'offerta verso il lavoratore stesso, per fagli percepire l'importanza di offrire un lavoro e poter garantire un ambiente di qualità, e quindi aumentare il suo senso di appartenenza all'azienda, e conseguentemente la sua soddisfazione nei servizi che offre poi al turista.