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XXIV BITM - L'intervento di Vittorio Messina

Categoria: Turismo in Italia

Anno: 2023

XXIV BITM - L'intervento di Vittorio Messina

Relatore: Vittorio Messina - Presidente di Assoturismo Confesercenti Nazionale

Tag associati: DestagionalizzazioneLavoroEmergenza sanitariaIdentità


Il turismo è il comparto che in questo momento sta mostrando la maggiore vivacità, da un punto di vista economico e delle presenze. E anche dal punto di vista della ripresa, dopo la devastante crisi del Covid, succeduta in realtà poi dalla crisi energetica e dall'inflazione, che ha messo a dura prova il comparto. Come è andata? In realtà credevamo potesse andare meglio, in un 2023 che si era presentato con una lunga serie di ponti. Eravamo convinti di poter affrontare la stagione estiva stracciando tutte le migliori previsioni che avevamo in mente. Questo non è stato, perché in realtà il turismo è troppo sensibile agli eventi esterni.

Abbiamo avuto un problema climatico da maggio a giugno, con l'Italia spaccata in due. A maggio e a giugno c'è stata la bomba d'acqua in Emilia- Romagna, con un Nord devastato dalle precipitazioni e un Sud in preda al calore, con punte a 48 gradi, con i boschi in fiamme. La stagione è in realtà partita la seconda settimana di luglio. Certo, poi abbiamo conosciuto un prolungamento della stagione balneare, fino a ottobre, con temperature cui non siamo abituati.

Non si tratta in realtà di destagionalizzare. Io vengo con piacere alla BITM, perché arriva in un momento importante dell'anno, quando tiriamo le somme di questa prima parte della stagione e ci avviamo verso la stagione invernale. Qui si ragiona, si riflette, e questo turismo a quattro stagioni è la svolta. Destagionalizzazione per me è un termine ormai vecchio, perché cercavamo di portare i turisti nei momenti dell'anno in cui non eravamo forti come presenze, in quel momento in cui avevamo necessità di tenere aperte le nostre strutture. Oggi il turismo a quattro stagioni è qualcosa di necessario; se è vero che la stagione estiva è iniziata la seconda settimana di luglio, necessariamente il prossimo anno con il cambiamento climatico avremo necessità di rimodulare la stagionalità, che non sarà più legata ai mesi dello sci, ai mesi del mare. Ampliando l'offerta, che diventa improvvisamente a quattro stagioni.

Pensiamoci un po': se l'alluvione in Toscana fosse arrivata una settimana prima, avremmo saltato il ponte di Ognissanti, con una perdita economica grandissima. Alla perdita economica si somma peraltro la perdita psicologica, che porta i turisti a pensare “non parto”. È questo il problema che ha avuto l'Emilia; l'indomani avevano già sistemato le spiagge, pronte per accogliere i turisti, ma ci sono voluti 25 giorni per far capire ai turisti che l'Emilia-Romagna era pronta per accogliere gli ospiti.

I turisti si potranno adattare facilmente a questo nuovo approccio. Come diceva la vicesindaca, c'è tanta generosità. Se siamo in grado di mettere in campo un'offerta turistica diversa, possiamo far vivere questo territorio in modo differente. Come faccio il turismo a quattro stagioni? Ho partecipato ieri all'interessantissimo percorso sensoriale organizzato qui al MUSE: se riesco a mettere in rete come offerta turistica il miele, la cantina, il formaggio di malga, ecco che ho ampliato la stagionalità. Faccio vivere il territorio, e probabilmente indirizzo il turismo verso l'esperienza, verso l'identità del popolo, verso le quattro stagioni. Perché in questo modo non è più necessario che ci sia la bella neve oppure la bella giornata per fare il bagno. Il turismo a quattro stagioni permetterà di rigenerarci. Fino allo scorso anno potevamo discuterne; ora, a partire dalle esperienze climatiche di quest'anno, dobbiamo metterlo in atto. E se il prossimo anno la stagione turistica iniziasse la seconda settimana di luglio, cosa potrebbe significare per una struttura che lavora 8-10 settimane all'anno? Potrebbe essere il tracollo.

Il turismo è finalmente diventato un comparto, prima era messo al seguito del commercio e dei servizi. Ora abbiamo capito che è un comparto economico a tutti gli effetti, che ci si può vivere da nord a sud, in ogni tipo di territorio. Ai giovani lo dico ogni anno: in realtà in parte abbiamo fallito. Perché vi consegniamo un contesto imprenditoriale e climatico un po' più complicato rispetto a quello che abbiamo trovato noi. Però voi siete la generazione che probabilmente riuscirà a superare ancor prima la generazione precedente, per competenze, per conoscenze. Noi siamo definitivamente superati, per le competenze tecnologiche e non solo. Sta ai giovani prendere il passaggio di testimone, ancora prima rispetto a quella che dovrebbe essere la naturale successione generazionale. Il turismo è nelle mani dei giovani. Le imprese che ho incontrato ieri nel percorso sensoriale erano gestite da giovani, da tante donne. Il bello del turismo è mettere insieme questo mondo con attività imprenditoriali non turistiche, che però vanno al traino con il comparto. 

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