Prima si è parlato di crisi: sicuramente queste sono cicliche, continue; parlerei piuttosto di cambiamenti. La cosa da buttare è l’atteggiamento “noi abbiamo sempre fatto così, continuiamo su questa strada” senza quindi mettere in campo un cambiamento, per poter avere poi una visione diversa, con benefici economici e per il territorio.
Siamo un’eccellenza, lo si sottolinea anche qui in questi giorni: abbiamo un territorio speciale, con le nostre montagne e con i nostri laghi. Noi che ci abitiamo non ce ne rendiamo conto. Chi abita all’estero capisce invece che il nostro territorio è straordinario, con una diversità senza pari, con creazioni fatte in modo eccelso. Questo lo dico perché è una base importante per capire cosa dobbiamo fare. Le infrastrutture portano all’attrattività: penso per esempio al MUSE. Ecco che allora torna il tema delle costruzioni, che possono portare valore al territorio, senza rovinarlo, senza creare degli impatti ambientali. Dobbiamo creare delle situazioni per dare le infrastrutture adeguate per arrivare a questi luoghi.
Il flusso deve essere regolato, ma anzi si autoregolerà: se si esagera si torna infatti indietro, si torna a fare fatica. In Trentino abbiamo un meccanismo turistico che funziona, che ci viene invidiato da tanti territori internazionali; abbiamo delle eccellenze di industrie e di artigianato concentrate in poche valli. Cerchiamo quindi di essere attrattivi per questo, e di aprirci a questo mondo cercando di non rovinare i meccanismi delle nostre montagne e dei nostri territori.