Negli interventi che mi hanno preceduto sono state delineate bene le sfide che dobbiamo affrontare. Sono sfide non da poco, epocali: il cambiamento climatico, l’inverno demografico, la carenza di manodopera, la sfida della sostenibilità economica, ambientale e sociale, l’impatto dell’intelligenza artificiale, che non è più futuro ma presente. Stiamo cominciando adesso a percepire sfide e opportunità.
Già singolarmente queste sfide sono pesanti. Prese tutte insieme potrebbero creare un clima di sfiducia e di rassegnazione. Possiamo invece fare uno sforzo e invertire l’approccio, facendo quello che in gergo viene chiamato un “esercizio di futuro”: invece di guardare alla sfida attuale, dobbiamo guardare all’obiettivo desiderabile, al Trentino del 2050, per avere così la possibilità di procedere a ritroso. Se vogliamo un Trentino nel 2050 sostenibile, vivibile 12 mesi all’anno, inclusivo, ricco, con benessere diffuso per famiglie, imprese e lavoratori, procedendo indietro sono più evidenti i passi che dobbiamo mettere in campo.
Vogliamo un Trentino vivibile 12 mesi l’anno? Vogliamo che le persone restino nelle valli anche al di fuori della stagione turistica, che vorremmo essere di 12 mesi? Dobbiamo allora portare i servizi nelle valli, dobbiamo investire sul discorso degli alloggi, una tematica che abbiamo posto con forza, sia come Coordinamento imprenditori che come Associazione albergatori. Le imprese nei nostri settori stanno performando bene, ma mancano collaboratori, che devono avere un posto dove vivere e dei servizi, dalla sanità all’istruzione. Se noi facciamo questo sforzo di immaginare questa proiezione, possiamo costruire il futuro. Se abbiamo bene in mente il futuro che vogliamo per il nostro Trentino, poi andando a ritroso sono più chiari i passi concreti da fare.
Ricollegandomi alle parole di ieri dell’assessore Failoni, è quando le cose vanno bene che si è in grado di fare delle scelte con serenità: se quelle stesse decisioni ci troviamo a farle in una situazione di crisi, sotto pressione, si rischia di fare errori. La classe dirigente è pronta: il problema è che ci sono dei cambiamenti sempre più veloci, che richiedono una formazione continua. Non saremo mai pronti al 100% se non investiamo fortemente sulla formazione degli imprenditori e dei nostri collaboratori. Una delle materie su cui bisognerà investire pesantemente sarà per l’appunto l’intelligenza artificiale, per semplificare dei processi, per liberare tempo agli imprenditori e ai collaboratori, così da potersi dedicare al core business del nostro settore, che è per l’appunto l’accoglienza.