Noi siamo l’avanguardia di quello che negli anni futuri succederà anche qua a Trento. Il problema principale che notiamo in questi anni è l’acqua; siamo stati tra i primi a dire che l’acqua stava scarseggiando, che non arrivava e che le vedrette stavano scomparendo. Nessuno ci ha ascoltato. Il problema è diventato tale quando i nostri ospiti ci hanno chiesto di fare la doccia, come d’abitudine, e noi abbiamo dovuto dire a un certo punto di no, perché non c’è più l’acqua.
L’escursionista ha capito il problema, si adegua, perché vive la montagna come la viviamo noi e quindi ha detto “ok, non ci facciamo la doccia per due o tre giorni”. Il problema rimane invece per il turista di montagna, quello che è nato, cioè, negli ultimi anni. È quella persona che parte all’albergo il mattino e arriva da noi: il nostro primo lavoro è l’accoglienza, sappiamo benissimo che queste persone che arrivano da noi sono in un ambiente bellissimo ma pericolosissimo. Sappiamo che queste persone sono delle mine che si muovono sulle nostre montagne. Proviamo quindi a informarle. Ma quando il turista ti chiede di fare una doccia e riceve una risposta negativa, si arrabbia. Nessuno gli ha spiegato che lassù le cose funzionano diversamente.
Stiamo ristrutturando il rifugio. L’architetto incaricato ci ha chiesto se vogliamo aumentare le camere. Io gli ho detto di no, un no deciso. Rifacciamo esattamente le camere di prima, pur con tutto il necessario per offrire un soggiorno migliore. Il numero deve essere adeguato alle nostre capacità di comunicare, informare e insegnare a chi arriva. Io sono una guida alpina ed è questo il mio lavoro.
Ormai il rifugio Pedrotti ha più di cent’anni; questi rifugi sono stati costruiti con risorse minime, con una grande fatica di manodopera. Ora questi rifugi hanno bisogno di tecnologia invisibile ma percepibile. In passato non avevamo nemmeno un metro quadro di pannello solare, oggi invece ne abbiamo in tutto 20 Kw, è arrivato il momento di agire. Forse gli ingegneri dovrebbero concentrarsi soprattutto su questa fase, e un po’ meno sugli aspetti architettonici. Chiamatemi tradizionalista: a me interessa poco se il tetto è fatto così o colà, mi interessa che dal mattino alla sera vengano già 20 Kw di corrente, altrimenti devo affidarmi al generatore di corrente. Quando lo accendo al mattino il Croz del Rifugio si oscura per i gas di scarico. Mi piange il cuore? Di più. Vogliamo bene alle nostre montagne e 20 Kw di corrente vuol dire accendere il generatore 4 o 5 ore in meno.