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XXV BITM - L'intervento di Lorenzo Paoli

Categoria: Lavorare nel turismo

Anno: 2024

XXV BITM - L'intervento di Lorenzo Paoli

Relatore: Lorenzo Paoli | Presidente dell’Azienda per il Turismo Val di Non

Tag associati: ResidentiLavoroAPT


Questa polverizzazione, questa difficoltà nel mettere in rete un’offerta unica, ci spinge a fare un passo indietro, a pensare alla motivazione che porta i lavoratori a chiedere delle cose diverse.
Il ragionamento è quello che ci hanno spiegato all’università: qual è il motivo per cui una persona viene pagata? Quando uno lavora ci sono due strade: c’è la considerazione del tempo che viene impiegato per fare una cosa, con un discorso quantitativo; o c’è un discorso qualitativo, con qualcuno che viene pagato magari molto di più a fronte di un tempo minore.
Le persone fanno delle valutazioni ancora differenti, legate alla qualità della vita, all’impegno che desiderano avere dal punto di vista lavorativo. Penso al territorio della Val di Non: da noi l’aspetto che ha costruito la ricchezza della valle è stato improntato a cercare di fare sempre di più, anche e soprattutto a livello quantitativo, perché ci sono tante persone che hanno addirittura due lavori, aggiungendo per esempio la cura della campagna alla normale giornata lavorativa.

Questo dà sicuramente delle possibilità in più, ma comporta un impegno quasi totalizzante. Al giorno d’oggi, soprattutto tra i giovani, questo ha dei parametri totalmente diversi. La scelta della propria professione, la scelta di occupare il proprio tempo, sono diverse. E questo costringe chi sta cercando dei lavoratori a fare dei ragionamenti differenti. Da questo punto di vista la grande differenza che c’è all’interno del mondo del lavoro, la polverizzazione di cui si parlava, impone un ragionamento che, come si diceva, deve essere fatto insieme. Altrimenti succede che chi ha dei vantaggi – penso per esempio alle Apt, con orari semplici, con ambienti di lavoro freschi – attrae i lavoratori impegnati altrove, con la coperta che si rivela in breve tempo troppo “corta”, creando cioè delle zone scoperte. Ecco che allora il discorso va affrontato insieme. Sui territori questo ragionamento complessivo non viene ancora fatto.

In Val di Non negli anni c’è stato un gran cambiamento: l’agricoltura si basava sui giovani del territorio, poi sono stati assunti sempre più dei lavoratori stagionali dall’estero, prima da alcune zone d’Europa, poi da altri continenti. È un mondo in evoluzione, e questo comporta un continuo cambiamento. La Val di Non ha da anni questa necessità di trovare lavoratori in periodi ben definiti; ma legandoci ai giovani trentini o nonesi non è poi così difficile trovare delle soluzioni per avere lavoratori e farli vivere bene.  

È chiaro che il fatto di appassionarsi a qualcosa deve essere sostenuto realisticamente da quello che si può fare. Chi lavora nel turismo deve avere un fondo di passione, bisogna amare il proprio lavoro: discorso che vale soprattutto per chi fa l’albergatore, per chi lavora con il pubblico. Si tratta di un lavoro complesso, che comporta avere delle attitudini sempre rivolte all’altro, mantenere il sorriso, mettersi a disposizione, e via dicendo. E per farlo serve un grande impegno.

Per questo c’è della difficoltà anche nell’arrivare al cambio generazionale: chi ha un albergo cerca di trovare delle persone che continuino l’attività di famiglia. Ma da un lato c’è il fatto che sono investimenti molto importanti, e dall’altro c’è da dire che diventa un lavoro che ha delle tempistiche e delle modalità di sviluppo che sono particolari rispetto ad altri lavori, che magari hanno tempistiche più standardizzate. Una delle cose che sento dire dai giovani è che sanno perfettamente che quando si lavora nel mondo del turismo, come operatore, si “lavora quando gli altri sono in ferie”. Questo è un aspetto che comporta una rinuncia, ma anche a delle opportunità: periodi più lunghi di pausa, e non solo.
Dobbiamo discuterne. Quello relativo alla contrattazione fatta a Bolzano per la stagionalizzazione è stato uno spunto molto interessante, e palesa il fatto che noi possiamo fare ancora tanto per migliorare la situazione.

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