Nel turismo il servizio è fatto di incontri, le risorse umane in questo caso sono fondamentali. Tutti i territori stanno provando ad agire, a trovare delle strategie per rendere le destinazioni appetibili, non solo per gli ospiti, ma anche per le risorse umane.
Già nel 2019, quando abbiamo immaginato il nostro laboratorio di futuro, abbiamo posto il tema della qualità della vita come centrale. La qualità della vita considerando sia i residenti, sia i residenti temporanei, come sono magari talvolta i collaboratori.
Ci sono una serie di questioni molto complesse. Quella della stagionalità è dal mio punto di vista la più complicata. Questa richiesta di continui cambiamenti non aiuta. Tant’è che stiamo ragionando sulla creazione di una destinazione season free. Con l’allungamento delle stagioni si può assumere del personale annualmente, il che peraltro conviene, senza avere i costi della continua ricerca di personale, considerando inoltre che il personale si affeziona, conosce i valori dell’azienda, e così via. Siamo ancora lontani, è un tema di medio-lungo periodo, ma con l’allungamento delle stagionalità, in primavera e in autunno, si inizia a vedere qualcosa.
Dall’anno scorso, insieme all’Agenzia del Lavoro e Trentino Sviluppo, abbiamo lanciato un progetto pilota nella ricerca e nell’attrazione delle risorse umane sui territori. Non è solamente legato alla comunicazione, abbiamo voluto metterci qualcosa in più: l’idea è stata quella di costruire un pool di imprenditori turistici che hanno firmato insieme a noi un patto di attivazione in cui viene garantita una qualità dell’accoglienza anche in termini di vitto (con la possibilità di trovare una residenzialità per le risorse umane a prezzi adeguati). Hanno firmato in tutto 26 strutture, e devono garantire ora un determinato standard di accoglienza alle risorse umane.
Come Apt abbiamo attivato una Team card, garantiamo ai lavoratori che fanno parte di questo pool ristretto una card che permette di accedere agli stessi servizi e alle stesse scontistiche degli ospiti. È di fatto uguale, cambia qualcosina sui trasporti, che sono più complicati da gestire. In questo modo i collaboratori possono scoprire il territorio, così come fanno i nostri ospiti: vogliamo ridurre il gap tra ospiti, lavoratori e residenti.
Al tempo stesso Trentino Sviluppo ha lanciato una campagna di comunicazione molto forte; l’Agenzia del Lavoro ha messo a punto un lavoro di matching “chirurgico” tra le esigenze delle strutture ricettive e quelle dei lavoratori. Siamo partiti con la stagione invernale, che è meno complicata di quella estiva, perché la disponibilità delle risorse umane a livello nazionale è molto più alta, visto che il mondo mare non c’è. Siamo partiti dall’inverno per tararci: abbiamo visto infatti che ci sono alcuni aspetti da sistemare. Questo pilota ci è servito per capire come mettere a punto una strategia migliore, che rimetteremo in campo in estate o, meglio, tra maggio e ottobre. Questo progetto è nato in Paganella, ma ha l’ambizione di spostarsi poi in tutto il Trentino.
Ci sono tanti ragionamenti che vengono fatti, questo è un primo esperimento anche per andare oltre il solo tema dell’attrattività, mettendo degli elementi concreti all’interno del prodotto d’attrattività delle risorse umane.
Il turismo è un sistema molto complesso, diversificato, con imprenditori grandi e piccoli, con esigenze diverse. È vero che il tema non è solo economico. Il sistema turistico non è stato in grado di dare la giusta visibilità ai collaboratori, ma senza di loro non ci sarebbe il turismo; le aziende stanno però iniziando a capire che le persone vanno portate dentro a un’idea valoriale.
Ci sono dei fenomeni in atto, ci sono anche delle persone che vogliono provare a trasferirsi nei nostri territori, ma è complesso, perché i territori ad alta vocazione turistica hanno un costo della vita importante; alcuni imprenditori stanno acquistando spazi per darli in uso ai collaboratori, senza andare quindi ad affittarli. Talvolta non vengono dati al singolo, ma alle famiglie che, insieme, vengono a lavorare in Trentino.
Il futuro delle destinazioni turistiche si baserà non solo sull’attrazione dei turisti, ma anche su quello delle risorse umane. Non ci sono AI che ci salveranno, non ci sarà un’intelligenza artificiale che potrà sostituire i collaboratori nel mondo dei servizi.