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XXV BITM - L'intervento di Luciano Rizzi

Categoria: Turismo in Italia

Anno: 2024

XXV BITM - L'intervento di Luciano Rizzi

Relatore: Luciano Rizzi | Coordinatore delle Apt Trentine

Tag associati: SostenibilitàCittà di TrentoResidentiFuturo del turismoLavoroAPT


Chi viene da fuori ha una cognizione immediata di quanto il Trentino stia bene. Il turista non è un invasore di territorio, è una persona che per qualche giorno, a pagamento, vuole vivere come noi. Più la nostra qualità di vita si alza, più siamo attrattivi. È il prodotto che attrae il turista, e non viceversa.

Il Trentino ha avuto la fortuna, essendo una Provincia Autonoma, di farsi una propria legge. Non dobbiamo nasconderci che, con l’Alto Adige, siamo l’unica Regione dove la tassa di soggiorno viene incassata dalle Apt tramite la Provincia, con l’obbligo di più che raddoppiarla, con il denaro che proviene dai privati. Questo è il nostro budget. E questo è quello che si può immaginare più facile in termini economici. La cosa più difficile da fare è invece un’altra. Come ci muovevamo una volta? Andavamo ai workshop, dove ci facevamo concorrenza tra alberghi sul prezzo. Come sottolineo sempre, il numero di presenze non si traduce in reddito, sapendo che le presenze possono generare anche un danno.

Con la nuova legge abbiamo un minor numero di Apt, che sono passate da 20 a 12. Ma abbiamo la fortuna di avere un rapporto personale tra i presidenti. Le Apt non devono essere concorrenti, altrimenti quando c’è un po’ di crisi quelle più forti, quelle con i territori più fortunati, si difendono, ma fanno morire le altre. Il concetto che sta alla base di questo settore deve essere diverso. Ogni destinazione è fatta da tre attori: uno ce l’ha dato la natura, e ci possiamo fare poco; il secondo è l’alloggio, e qui è compito dell’Apt fare in modo che gli operatori si sentano sicuri nell’investire; il terzo è quello dei servizi e della cura del territorio.
Ovviamente più questo arricchisce completamente il Trentino, più si alza il vertice: quelli più bravi trascinano gli altri, esattamente il contrario di quello che accade quando si fa leva sul prezzo.

Ha detto bene la Presidente De Luise, noi dovremo essere sensibili e andare in aiuto socialmente a quelle componenti che per caso vanno in crisi, non per demerito loro, ma per un trend nazionale. Mi riferisco in questo caso alle piccole botteghe: io faccio il bottegaio, un po’ del mio lo devo pur mettere.  Vi immaginate i paesi e i borghi costellati da vetrine che, anziché avere i prodotti in esposizione, sono coperte dalla carta di giornale? Non siamo lontani da questo scenario. Non è questione di essere bravi o meno bravi: quelli che ci aggrediscono sono molto più forti di noi. Non ne prendiamo atto, eppure passeggiando per le vie del centro di Trento si trovano tantissime vetrine vuote e negozi in affitto.

Su questo versante dobbiamo davvero capire che, per stare bene, devono stare bene tutti. Ogni volta che un ragazzo compra qualcosa online, magari un jeans a 20 euro, che senza Iva diventano 16 euro, ci si dovrebbe domandare: chi può averlo fabbricato? Che tinta possono aver usato? Stiamo riempiendo i deserti di stracci, nonché degli schiavi che li producono.

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