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XXV BITM - L'intervento di Marco Dalla Torre

Categoria: Tutela del territorio

Anno: 2024

XXV BITM - L'intervento di Marco Dalla Torre

Relatore: Marco Dalla Torre | Project Manager del Progetto Speciale per le CER della Federazione Trentina della Cooperazione

Tag associati: SostenibilitàSviluppo economicoResidenti


Le Comunità Energetiche Rinnovabili arrivano in Italia, come negli altri Paesi UE, in virtù di una direttiva europea che vuole ottenere, nell’ambito degli obiettivi del minor inquinamento del territorio, due sotto-risultati: il primo è quello di favorire l’installazione di impianti rinnovabili, il secondo è quello di fare in modo che l’energia elettrica generata da tali impianti possa essere consumata all’interno di spazi limitati, con ricadute positive a livello di rete elettrica, sia a livello di costi minori che a livello di quantità di minore energia dispersa.

C’è però una normativa diversa in ciascuno Stato membro. Qui in Italia sostanzialmente si deve realizzare un’unione di cittadini, imprese, enti locali, associazioni, che si uniscono per fare quanto detto sopra; nella normativa italiana viene premiato qualcosa che già si fa, se lo si fa insieme. Nella sostanza si uniscono consumatori di energia elettrica e produttori di energia elettrica rinnovabile; e quello che viene premiato economicamente dallo Stato attraverso il GSE è la contemporaneità di produzione, di messa in rete e di consumo dell’energia elettrica. Questo raggiunge infatti l’obiettivo visto prima.
In un primo momento, quando si è parlato per le prime volte delle Comunità Energetiche Rinnovabili, tutti hanno pensato all’impatto che poteva esserci sulla bolletta, e all’introito che poteva derivare da queste iniziative. Fin dall’inizio si è capito però che gli introiti erano limitati, e ancor più limitati sono stati successivamente alla normativa che l’anno scorso è stata introdotta in Italia, che ha reso ancora più evidente come le ricadute di questa dinamica dovevano essere soprattutto di tipo ambientale e sociale.

Gli impatti ambientali positivi sono ovvi. Quelli economici sono presenti anche grazie agli incentivi, ma soprattutto perché si creano delle aggregazioni che diventano delle imprese. Anche nel sistema, nel territorio, questo ha delle conseguenze. Gli impatti sociali ci sono per diversi motivi, perché parte degli introiti derivanti dalle CER devono avere un effetto nel contesto sociale. A noi piace sottolineare che c’è un obiettivo sociale molto importante, ovvero quello di cogliere questa aggregazione per creare delle comunità, in un territorio come quello trentino che ha avuto nella cooperazione un motore di sviluppo molto importante attraverso la responsabilità condivisa.

Do alcuni dettagli sulle caratteristiche principali delle Comunità Energetiche Rinnovabili, dei dettagli estratti dalle norme che regolano le CER. È per esempio previsto che ci debba essere una partecipazione aperta e volontaria dei membri, che devono poter entrare e uscire in qualsiasi momento. Si parla poi di un ente autonomo, che abbia una personalità giuridica, controllato dai membri; nella normativa viene sottolineato l’aspetto democratico e partecipativo delle Comunità Energetiche Rinnovabili. La stessa norma sottolinea i benefici a livello di comunità.

Su tutti i territori trentini in cui è stata sviluppata qualche Comunità Energetica Rinnovabile, questo è successo perché si è creata una comunità, un gruppo di soggetti che si sono presi a cuore la dinamica energetica, la responsabilità condivisa e quella ambientale: si è creato un gruppo che si è preso tale responsabilità per sviluppare questa nuova iniziativa.

Si può riassumere la cosa con queste parole: si genera qualcosa in più. Perché far parte di una CER? Dal momento in cui pago esattamente la bolletta come facevo prima, se l’energia la produco e la vendo esattamente come prima, quello che deriva aggregandosi è un di più, economico e non solo. È un prendersi cura dell’ambiente, del territorio, della comunità. E poi c’è un tema energetico; sappiamo benissimo come negli anni scorsi, per dinamiche geopolitiche, questo tema ci ha toccato tutti a livello quotidiano. Con la CER si diventa almeno in parte autonomi.

Per assurdo, la norma che ha disciplinato definitivamente le CER in Italia ha complicato il tema e ha reso le risorse gestibili un po’ più ridotte rispetto a quanto si immaginava. Questo ha però rafforzato ancora di più l’attenzione ai temi sociali e ambientali, che altrimenti sarebbero rimasti in secondo piano, come quando si immaginavano maggiori vantaggi a livello economico.

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