L’aspetto che va sottolineato è la rete, come diceva chi mi ha preceduto. Voglio evidenziare il fatto che il Trentino migliore riesce a fare sistema. Secondo me, come ho detto durante la conferenza stampa della BITM, il Trentino si è confermato laboratorio di inclusività, a 360 gradi. Penso per esempio al MUSE che ci ospita, che è l’emblema della sostenibilità e dell’inclusività.
È un dovere sociale essere vicini a persone che hanno peculiarità e caratteristiche diverse: lo dice anche Papa Francesco, “chi sono io per giudicare”. Credo che esistano persone che hanno specificità varie, tutte le persone sono uniche e irripetibili: dobbiamo imparare anche dalle persone disabili.
Il direttore di “Oltre Gli Ostacoli” Giancarlo Rudari e io ci consideriamo dei privilegiati, perché facciamo il lavoro più bello del mondo e abbiamo voluto restituire qualcosa di questo privilegio alla comunità, per far sapere – in modo non pietistico ma oggettivo – come attraverso lo sport e attraverso il lavoro si possa avere un’altra possibilità; per questo abbiamo stampato e distribuito gratuitamente al pubblico una nostra nuova pubblicazione.
Dolomiti Open, Brenta Open, Accademia della Montagna, Trentino School of Management, Provincia Autonoma di Trento: tante iniziative stanno rispondendo al bisogno di inclusività in montagna. Ci sono tanti traguardi che sono già stati raggiunti da degli atleti disabili: penso alle scalate in montagna e non solo. Questo ci deve far riflettere, perché anche i cosiddetti normodotati spesso non riescono a raggiungere i risultati degli atleti disabili. Penso che anche qui il Trentino debba fare differenza.