Tutto che è stato detto è assolutamente condivisibile: basterebbe l'interessante provocazione di Kezich sui musei senza visitatori per avere spunti sufficienti per una tavola rotonda ad hoc. Vorrei partire con il dire che i fondamentali per agganciare il mondo turistico e quello culturale, in Trentino, ci sono tutti. Ma questi due mondi dovrebbero essere connessi meglio tra di loro, per agevolare il necessario processo di cambiamento che era già in atto, e che ora è accelerato dalla pandemia.
Voglio fare un esempio minimal, a partire da un aspetto quasi banale ma importante per la percezione del nostro territorio. La decisione fatta tanti anni fa da parte del governo provinciale di vietare i cartelloni stradali è una scelta di cui non siamo forse consapevoli, e che però ha preservato tanti aspetti del paesaggio, e che viceversa viene colta da persone che vengono da altre zone, da luoghi in cui questi strumenti pubblicitari sono molto diffusi. Si tratta di un elemento forse piccolo, ma importante.
Per arrivare a un ragionamento più ampio, voglio sottolineare come in vent'anni – e lo dico da posizione privilegiata, in quanto ex responsabile della tutela storico artistica del territorio – è stato fatto tantissimo, grazie a delle risorse provinciali impegnate con continuità, per la tutela e per la conservazione del patrimonio nei centri e nelle vallate. Tale patrimonio diffuso, grazie a questi sforzi pluriennali, gode di ottima salute, e diventa un punto di forza che non è nato dal nulla, ma che è stato invece sviluppato nel tempo.
C'è quindi un sostrato basilare su cui si possono fare sia iniziative di valorizzazione culturale, a favore delle popolazioni locali che così possono essere testimoni ma anche responsabili del prosieguo della conservazione di questi beni, sia iniziative di valenza turistica e promozionale, di cui oggi si sta discutendo. Fortunatamente abbiamo quindi delle basi su cui lavorare, uno strumento in più che abbiamo rispetto ad altre situazioni geograficamente vicine.
Come coinvolgere i giovani in tutto questo? Penso al turismo di prossimità, al turismo a bassa intensità, al turismo destagionalizzato. Sono tutte facce della stessa medaglia, che possono essere messe in sinergia con tutto quello che abbiamo visto, nonché altrettante opportunità di lavoro sulle quali si stava già profilando una buona prospettiva, e su cui è possibile fare leva anche per coinvolgere i giovani, con le opportune misure per la formazione e per la sensibilizzazione. È importante però che ci sia anche una cabina di regia tra turismo e realtà culturali, che lavori sia in senso promozionale che in senso di creazione di meccanismi ravvicinati, per poter elaborare dei progetti, delle linee, degli indirizzi concreti alla luce di questa situazione.