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XXI BITM - L'intervento di Marcella Morandini

Categoria: Sfide del turismo montano

Anno: 2020

XXI BITM - L'intervento di Marcella Morandini

Relatore: Marcella Morandini - Direttore della Fondazione Dolomiti Unesco

Tag associati: SostenibilitàEmergenza sanitariaOver turismFormazioneInfrastrutture


Si guarda con un po' di preoccupazione al futuro, facendo tesoro dell'esperienza dell'estate 2020 anomala che abbiamo vissuto, con mutamenti profondi del bacino di frequentazione delle Dolomiti Patrimonio Mondiale.

Si parla spesso di smart working e di smart land. Non penso che il termine smart debba riferirsi esclusivamente alle infrastrutture. Deve essere anche, come ha sottolineato l'assessore Bozzarelli, un modo nuovo, diverso, più profondo, più adatto alla contemporaneità di guardare al nostro territorio e di posizionarci in relazione ai vicini e ai territori più lontani. Una cultura più profonda del fare ospitalità, che non può usare modelli precostituiti, e deve necessariamente inventarne di nuovi.

Quest'anno la montagna è stata molto frequentata, il che da un certo punto di vista è un ottimo segnale. Offre distanziamento fisico, offre spazio, silenzi, nonché la possibilità di “respirare”, come ha sottolineato la bellissima campagna di Trentino Marketing che tutti conosciamo. Ma c'è sicuramente un estremo bisogno di fare cultura e formazione; noi lavoriamo molto con l'associazione alpinistica, e con i 66 rifugi che sono fisicamente le uniche strutture ricettive all'interno dei 9 sistemi che compongono il panorama delle Dolomiti Patrimonio Mondiale, dal Brenta alle Dolomiti friulane. Tutti raccontano di un agosto ad altissima intensità, ma caratterizzato soprattutto dall'apparizione di persone che in montagna non avevano mai messo piede, e che non avevano consapevolezza dell'ambiente in cui si trovano, con la necessità di formarle sulle regole dell'andare in montagna, sul bisogno di fare i conti con un ambiente in cui le risorse sono limitate. Sono tantissimi gli aneddoti su cui potrei dilungarmi, dai turisti che in rifugio pretendono di fare due docce al giorno in poi, e tutti mettono in luce questa mancanza di cultura di una frequentazione consapevole e responsabile della montagna.

Sicuramente serve uno sforzo congiunto non solo della Fondazione, ma anche delle associazioni di categoria e degli enti di formazione, per fare in modo che le Dolomiti siano frequentate, ma siano frequentate con consapevolezza e con la cultura dell'abitare in montagna, in modo che queste ricadute possano generare sul territorio quelle onde lunghe di cui abbiamo grandissimo bisogno, coinvolgendo poi tutta una serie di altre categorie. E penso per l'appunto al grosso sforzo che stiamo facendo di messa in rete dei produttori di qualità dell'ambito dolomitico, dei Comuni che condividono il patrimonio mondiale, ma anche e soprattutto dei coltivatori del paesaggio, che curano la montagna e la mantengono diffusamente abitata e curata, senza i quali questo riconoscimento non esisterebbe.

L'auspicio è che insieme si possa fare un passo in più in direzione del benessere. Questo è un concetto fondamentale, perché le persone che venivano, che vengono e che verranno cercano aria pulita, spazio e silenzio. È necessario anche un discorso approfondito sulla gestione interregionale dei flussi turistici. Sappiamo quanto alcuni hotspot siano particolarmente sotto pressione, e a questo proposito lunedì 16 presenteremo in diretta sui nostri canali social i risultati di uno studio sperimentale dell'Università Cà Foscari sulle Tre cime di Lavaredo e sul lago di Braies, con la prospettiva di allargare il lavoro al lago di Tovel nei prossimi mesi. L'obiettivo è quello di gestire i flussi, sia a livello temporale, sulle stagioni allungate - con l'impegno di garantire i servizi, anche fuori stagione - sia a livello spaziale. Ci sono aree nelle Dolomiti che hanno grossi impatti, e altre aree che avrebbero bisogno di incrementare i flussi. Il fatto di condividere un patrimonio interregionale e di avere a disposizione una fondazione che permette la collaborazione tra diversi enti territoriali è sicuramente un grande valore aggiunto anche nella valorizzazione di luoghi poco frequentati, che possono generare ricadute positive anche a livello socio economico. 

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