L'impatto della pandemia sul turismo in Trentino
Vorrei partire dal concetto di autenticità: dal punto di vista della promozione del nostro territorio, questa può essere una leva importante. Non è detto però che lo sia anche per chi vive in questo territorio, quindi dobbiamo porre attenzione su questo aspetto, perché le nostre valli sono dei luoghi di vita prima ancora di essere delle destinazioni turistiche.
Nel tempo questi territori possono diventare un luogo bello anche da frequentare anche per chi si sposta dalla città, a patto che il luogo rimanga vero. E quindi è importante che il modello non diventi urbano, perché le persone in questi territori decidono di vivere in un modo diverso, con modalità altre rispetto alla vita urbana. Questo non dobbiamo darlo per scontato, perché questo tipo di vita – l'ha sottolineato Messner – è fatto di tante attività che vedono un connubio forte tra uomo e montagna. Un connubio legato non solo al fatto di ospitare persone che arrivano da tutto il mondo, ma anche alle attività che ci vedono interagire con questi luoghi. Pensiamo all'agricoltura: tante persone scelgono di vivere in queste valli perché qui si può fare un'agricoltura di grande livello, attraverso la quale avverare i propri sogni e soddisfare i bisogni di tante persone che cercano prodotti di questo tipo.
Se le valli alpine sapranno coniugare l'amore di viverle - sviluppando i propri talenti e la propria voglia di intraprendere attività economiche differenti - con la propria stupenda unicità naturale, allora questi stessi luoghi saranno anche delle destinazioni turistiche di primissimo piano. E su questo andremo a innestare una qualità dell'ospitalità che tende a innalzarsi sempre più. É però importante che i due aspetti proseguano di pari passo: la logica del villaggio vacanze, del luogo fatto unicamente per ospitare i turisti, non è più interessante per nessun tipo di turista.
Guardando a quest'anno, dobbiamo dire che abbiamo vissuto un'estate difficile, perché uscivamo da settimane davvero molto dure da un punto di vista umano e sociale. Nonostante questo, i nostri operatori hanno comunque deciso di riaprire, con grande tenacia: il 90% delle strutture sono state aperte all'inizio del giugno. In tutta risposta, i nostri affezionati ospiti italiani hanno dimostrato ancora una volta di credere nel nostro Trentino, di avere grande considerazione di questo territorio e grande fiducia nelle istituzioni e nelle persone di queste valli.
Se sommiamo tutte le persone che hanno frequentato il nostro territorio soggiornando in alberghi, appartamenti e seconde case, da luglio in poi abbiamo avuto una frequentazione quasi normale, come quella degli anni precedenti. Credo sia stato un gesto di affetto ma anche di grande considerazione nei confronti del nostro Trentino.
Sappiamo di dover ora affrontare, nei mesi che ci aspettano, una sfida ancora più dura. Allo stesso tempo confidiamo di poter proporre le nostre località montane con i comprensori sciistici aperti. Chiaramente siamo tutti molto cauti, attenti e responsabili, con un contatto quotidiano con le altre regioni italiane e con le aree oltre confine per trovare le soluzioni migliori, e per seguire l'andamento dell'emergenza sanitaria.
