Una cosa l'abbiamo già risolta: in alcune zone da noi la disconnessione è garantita. Almeno un comandamento, come ha detto Giovanni Bort, ci riesce facile. La perfezione è un cammino, non è un punto di arrivo. Credo che si debba trovare la nostra strada per lo sviluppo del nostro territorio. Il comparto industriale utilizza lo 0,2% del territorio e produce un terzo del Pil del nostro territorio. Ma noi, via l'ambiente, via le nostre intelligenze, non abbiamo nulla. Quello che mi piace molto degli output di queste giornate è per l'appunto la presenza di queste linee di lavoro. Amo i confronti con l'Alto Adige, dove abbiamo un contributo al Pil del turismo praticamente doppio rispetto a quello del Trentino. Le due popolazioni sono comparabili, ma non è comparabile l'apporto; noi abbiamo circa la metà delle strutture alberghiere e circa il doppio delle seconde case. La produttività è inevitabilmente diversa, e dobbiamo prenderne atto. Non dobbiamo ricorrere o scimmiottare l'Alto Adige, anzi, perdere un giro potrebbe persino essere d'aiuto. Perché servono strutture più piccole, serve lentezza, serve assaporare, come si diceva l'anno scorso, il nostro contesto.
Si è parlato di un elemento importante, di autenticità. Uno non può rimanere sul palco per tutta la giornata. Possiamo rimanere sul palco solo e solamente se restiamo noi stessi. Ecco che allora scegliere cosa presentare in Piazza Fiera, l'avere il contatto diretto con il nostro artigianato, con la realtà delle nostre proposte e non con un “prodotto standard” che trovo a Bolzano, a Innsbruck e via dicendo, diventa fondamentale.
A che pro fare quello che stiamo facendo oggi, ovvero far incontrare i diversi portatori di interesse e le diverse associazioni? È importante perché credo fermamente che dobbiamo trovare tutti insieme la nostra strada, quel giusto sfruttamento delle nostre risorse naturali. Perché bene si fa a farle le opere, ma devono essere opere d'arte. Anche se si tratta di un viadotto, che può essere impattante, può in realtà essere un'opera d'arte, per attraversare comodamente la valle senza pesare sull'ospitante. Dobbiamo trovare una mediazione.
L'ultima volta che abbiamo parlato di questo tema con Renato Villotti, lui se n'è uscito con un esempio illuminante. Se alla pompa di benzina, a un minuto a mezzogiorno, non ti danno il servizio, pur essendo stato particolarmente soddisfatto di quella vacanza, ti ricorderai comunque di quel mancato servizio. Quello che voleva dire Renato Villotti è che dalla vacanza può uscirne una sola immagine, un solo ricordo, e si fa presto a sporcarlo. Con la poca autenticità, con un grugnito al posto di un sorriso, con un piccolo disservizio.
Penso alla granularità del nostro tessuto imprenditoriale, penso al fatto che abbiamo l'% delle imprese sopra ai 50 addetti, abbiamo il 5% sopra ai 20 addetti, il resto è un'infinità, migliaia di piccolissime imprese che meritano il nostro rispetto. Non può essere che l'industria sia vista come un'antagonista, quella che deturpa, che ha bisogno di una viabilità diversa. Non è così, tutti ne abbiamo bisogno, e dobbiamo agire in modo prioritario, perché questo è il territorio che vogliamo mantenere e se possibile migliorare. Questo è secondo me quello che esce da quei 10 punti, che rappresentano un ottimo punto di partenza: se si riuscisse a realizzare anche un solo punto all'anno avremmo un grande percorso, un grande programma elettorale per l'assessore del turismo.