In un momento come questo, parlare di turismo è importantissimo, e la BITM lo fa bene ogni anno, approfondendo quegli aspetti che poi dovrebbero rappresentare dei punti di partenza di una riflessione più ampia. Ci siamo lasciati l'anno scorso con grandi speranze di poter, in questa edizione, discutere dei segnali di ripresa. Così, purtroppo, non è. Ci sono stati dei segnali incoraggianti, si pensi al turismo balneare delle 5 settimane estive, o al pienone del ponte di Ognissanti. Ma siamo ben lontani da quell'inizio di una ripresa che sarà certamente lenta e dolorosa. Come diceva bene Palmucci, il comparto ha subito uno shock economico improvviso, siamo stati 18 mesi fermi a fare la somma delle perdite. Oggi abbiamo una necessità: salvaguardare l'intera filiera del turismo, che rappresenta quel famoso 13% del Pil nazionale. Abbiamo come minimo l'obbligo di prorogare gli aiuti fino a giugno 2022, per salvaguardare il patrimonio di imprese che fanno grande il turismo in Italia.
Poi abbiamo la necessità di farci trovare pronti ai nastri di ripartenza. E qui torna sicuramente molto utile il turismo montano, che ha un modello di turismo lento, sostenibile, esperienziale, è sicuramente il modello da cui ripartire. Abbiamo per esempio le misure del Pnrr, con il decreto del 20 ottobre sono già stati stanziati 2 miliardi e 400 milioni di euro. Questa filiera avrà bisogno di ulteriori stanziamenti e di ulteriori risorse, ma è un buon punto di partenza. Abbiamo bisogno quindi di strategie politiche e di interventi politici, perché queste somme vanno spese presto e bene.
Assoturismo è d'accordo con l'appello lanciato dal ministro Garavaglia sulla necessità di ammodernare le strutture, ponendola come priorità. Spesso il nostro sistema di strutture non è a un livello sufficiente. Le politiche di rilancio devono avere una visione unica e tendere a far ripartire il turismo.
Il turismo della montagna come detto è un ottimo modello da seguire. Il turismo balneare è facile che riparta, va quasi a memoria, agosto non ci tradisce mai, perché riusciamo, pur non avendo le presenze dei turisti stranieri, ad avere le vacanze degli italiani. Il turismo montano deve necessariamente poter contare anche sul turismo extra italiano, deve poter contare su una ripartenza che non sfrutti ma utilizzi sostenibilmente l'ambiente, che è una risorsa importantissima. Il turismo montano è rimasto fermo così come lo è quello della città d'arte, che sarà sicuramente l'ultimo a ripartire, pur essendo quello che contribuiva maggiormente alla formazione del 13% del PIL.
Il turismo montano deve essere accompagnato con politiche e provvedimenti intelligenti, che consentano una ripartenza immediata. E qui si apre un'altra partita, relativa all'aumento dei costi: si pensi per esempio all'aumento dei costi dell'energia elettrica per gli impianti di risalita. Il turismo montano va quindi aiutato e fatto ripartire il prima possibile, in quanto modello da seguire, per formulare strategie che varranno per le montagne, per le spiagge e per le città d'arte.
Sono cambiati il viaggiatore, il modo di fare turismo e il modo di narrarlo: ci sono tante variabili che intervengono in questo momento di difficoltà economica, che ci dà però la possibilità di fare un reset del sistema, per ripartire con idee e prospettive diverse. Concludo dicendo che nessuno ci aspetta, i nostri competitor spagnoli, francesi e greci sono molto agguerriti, e certamente andranno all'attacco, soprattutto dell'Italia, che è il primo paese nell'immaginario delle ferie e delle visite di tutti.