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XXIV BITM - L'intervento di Massimo Tomasi

Categoria: Tutela del territorio

Anno: 2023

XXIV BITM - L'intervento di Massimo Tomasi

Relatore: Massimo Tomasi - Direttore generale della Confederazione Italiana Agricoltori del Trentino

Tag associati: Sviluppo economicoResidentiEnogastronomiaIdentità


Il mondo continua a muoversi, e noi non possiamo restare fermi a guardare. Il territorio del Trentino è riuscito ad adeguarsi nel tempo. Noi che lo viviamo tutti i giorni diamo per scontato che sia un territorio curato, abitato, gestito. Non ci rendiamo conto invece di quanto sia difficile fare tutto questo. Ma basta uscire dai nostri confini per capire in modo palese che differenza c'è tra un territorio vissuto e curato e un territorio che invece è abbandonato. Questo perché, probabilmente, nel tempo quei territori non sono riusciti ad adeguarsi al mutare dei tempi.

Pensando alla giornata di oggi e al paesaggio, nascendo come agricoltore, ho provato a dare una interpretazione al paesaggio, con un risultato un po' diverso da quello che mi aspettavo. Noi il paesaggio lo diamo per scontato. È vero che il territorio del Trentino è stato molto fortunato, con una natura molto generosa; ma è vero che lo abbiamo ancora in queste condizioni perché lo abbiamo vissuto e plasmato, per un motivo molto nobile, ai tempi, ovvero quello di riempirsi la pancia. Fondamentalmente, ogni pezzo di terra coltivato voleva dire poter mangiare un giorno in più, o digiunare un giorno in meno. Questo ha costretto tutti i nostri predecessori a impiegare le loro energie, risorse e intelligenze nel plasmare questo territorio, nel dare una nuova conformazione che fosse votata all'alimentazione, alla sopravvivenza. Questo è successo in molti territori di montagna; poi questa esigenza nel tempo è venuta a mancare, perché sono partiti nuovi processi di sviluppo.

Ma il Trentino è riuscito ad evolvere, passando da un'agricoltura di sopravvivenza a un'agricoltura di convenienza, ovverosia realizzando una certa economia in un territorio che invece avrebbe fatto capire tutt'altra cosa, dando stimoli molto diversi, che è quello che è successo in tante altre parti, dove la prima cosa da fare era “andarsene”. Questo è accaduto in molti territori, in altre parti alpine e negli Appennini. Da noi non è successo: non è però un arrivo, è una sfida continua. Quando facciamo un'escursione, una passeggiata, una pedalata, e vediamo questi paesaggi incredibili, è bene ricordarsi che sono così perché prima “dovevamo mangiare”: a partire da questo presupposto probabilmente riusciremo ad apprezzare e a rispettare di più il territorio.

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