Il coraggio sta nello stare insieme. Nella montagna, come dal titolo di questa edizione, ci sono delle opportunità. Ma queste devono far sì che quello che si prende sia fatto senza togliere. Non possiamo togliere alla montagna la tranquillità, non possiamo non avere il coraggio di ripensare anche il turismo in alta quota. Come ha detto prima Rossini, alcune cose le subiamo. Ma non le dobbiamo subire passivamente, le dobbiamo gestire.
Nel portare del benessere nel nostro territorio dobbiamo far sì che questo non danneggi qualcuno. Se non pensiamo al costo dell’affitto o dell’acquisto di una casa, non facciamo del bene al territorio. E come si è detto prima, il turismo non è solo il nostro bel paesaggio, non sono solo i castelli e non è solo il MUSE: è costituito soprattutto dalle persone e dalla comunità in cui si viene accolti. Senza questi elementi non si può fare la differenza: possono copiare il MUSE, possono fare dei castelli ancora più belli dei nostri, ma non possono togliere la nostra particolarità, il nostro saper vivere in montagna, il nostro sapere fare comunità. Per questo bisogna fare una riflessione tutti insieme, e per questo bisogna avere il coraggio di stare insieme, che non è così scontato.
È facile dire che “deve cambiare il turismo”. Dobbiamo in realtà cambiare tutti perché, se non cambiamo noi per primi, non possiamo pretendere che lo facciano gli altri. Come cooperazione abbiamo provato a venire incontro a queste esigenze della montagna. Abbiamo per esempio creato dei coworking, utili per il turista come per il residente; abbiamo puntato sulle comunità energetiche; e puntiamo poi sul mantenimento del territorio. Tutto questo fa parte di un’economia trasversale portata dal turismo.
C’è poi un’economia che non gira solo attorno al turismo, che deve essere salvaguardata: penso alle difficoltà degli imprenditori nel trovare alloggi per i propri dipendenti. Qui c’è un elemento che subiamo, con il turismo che occupa gli alloggi e che fa aumentare i prezzi. Ma non possiamo rimanere inerti, dobbiamo invece prendere delle decisioni che per alcuni settori possono risultare poco simpatiche, ma che per la comunità intera possono portare dei benefici.
Dal mondo della cooperazione vediamo i benefici come le parti più negative, che dobbiamo trasformare in positività. Questa è la sfida del cambiamento: riuscire a far diventare positivi i punti più critici.
Sono felice di vedere tanti giovani in platea: credo che sia importante avere la freschezza delle loro opinioni, non contaminate dal nostro vissuto. Dobbiamo trovare delle soluzioni diverse, e per farlo servono idee differenti. Chiudo augurando buona cooperazione a tutti, perché cooperazione dal mio punto di vista è proprio scambiarsi tante, tante idee.