Uno dei pochi pregi che ha avuto questa pandemia è stato quello di rendere centrale una concetto che abbiamo sentito più volte in questi giorni, ovvero che “il turismo è un forte supporto a tutta l'economia trentina”, una frase che fino a qualche mese fa non era scontata, che si sentiva solo dalle categorie direttamente interessate.
Si continua a parlare di modello da ripensare. Negli incontri di ieri è emersa piuttosto la necessità di un modello da aggiornare, e condivido maggiormente questa seconda modalità. Abbiamo sentito negli ultimi interventi quanto già si sta facendo, e devo dire che già dal 10 marzo, grazie a quel gruppo di persone che io dico straordinarie, legate alle categorie economiche trentine, legate alle parti sociali, legate a tutti coloro che hanno qualcosa da dire sul comparto del turismo, alcune cose siano state portate avanti in maniera coordinata.
È emersa anche un'altra frase fondamentale: “nessuno può più operare per conto suo”. E credo che in questi mesi, specialmente in questi ultimi 6 mesi, abbiamo dimostrato tutti insieme che lavorare e confrontarsi continuamente può portarci a dei risultati importanti. Alcuni li abbiamo già visti l'altra estate. Ricordo che l'altra mattina il presidente Giorgio Palmucci dell'ENIT riportava il dato a livello nazionale di un'estate in cui il turista italiano per l'84% è rimasto soddisfatto dall'aspetto della sicurezza e dell'accoglienza. In Trentino questo dato arriva al 96%, e arriva al 94% nelle zone in cui abbiamo gli impianti a fune, dipinte come le zone degli untori durante lo scorso marzo, cosa di cui non sono assolutamente convinto. Sono convinto che in Trentino ci siano tanti turismi, ma pensare oggi di sostituire il turismo invernale dello sci con altri turismi è qualcosa che, economicamente parlando, non possiamo fare, siamo ancora lontani da questo scenario.
In questi giorni ci stiamo confrontando anche sulla comunicazione che andremo a fare, speriamo, dai primi giorni di dicembre, attraverso la quale andremo a raccontare un Trentino legato sì allo sci, ma anche al benessere – sempre con lo slogan “respira” che tanto ha fatto parlare – per far venire da noi anche chi non è mai venuto in Trentino in inverno. Un altro aspetto importante, evidenziato anche da Fabio Sacco, è quello del possibile boom dei turisti dopo la pandemia: è qui la grande sfida, la sfida di farci trovare pronti. In un primo momento probabilmente verso un mercato italiano, e poi verso un mercato europeo ed extraeuropeo (partendo dalla consapevolezza che esiste un grande interesse verso le nostre montagne e i nostri borghi, perfino in mercati lontani come quello giapponese). Questo per dire che dobbiamo continuare su questa strada, e la riforma del turismo va in questa direzione.
È una sfida che sapremo cogliere solo se riusciremo a lavorare tutti insieme, ed è questa la sfida principale che voglio porre alla fine di queste giornate della BITM. Sono convinto che con questo sistema, diverso da quello degli altri anni, probabilmente abbiamo raggiunto delle persone che vivendo lontano non avrebbero potuto partecipare.
Voglio toccare un ultimo aspetto, a partire dagli interventi dei giorni scorsi: credo che ci vorrebbe un momento di riflessione tra il mondo ambientale e quello dell'economia. Lancio questo tema perché questi due mondi devono parlare e fare sintesi, perché abbiamo un ambiente splendido, che però va anche vissuto. Le nostre valli possono restare forti solo se si riuscirà a fare una sintesi tra le richieste che vengono dal mondo economico e l'attenzione per l'ambiente.